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Clima impazzito in Basilicata, il caldo anomalo mette la salute a rischio

Clima impazzito in Basilicata, il caldo anomalo mette la salute a rischio

 
Redazione Basilicata

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Clima impazzito in Basilicata, il caldo anomalo mette la salute a rischio

A Potenza da maggio a settembre 2022 si è registrato un tasso di mortalità del più 40%

Lunedì 09 Gennaio 2023, 12:58

POTENZA - Serve una nuova politica riguardo la situazione climatica e gli interventi non vanno ulteriormente procrastinati. L’urgenza è motivata anche per le conseguenze del clima impazzito sulla salute umana. Si pensi, ad esempio, ai livelli di caldo eccezionale dell’estate scorsa, che si sono prolungati per settimane e mesi in gran parte d'Italia. Non da ultimo, poi, le temperature primaverili che hanno caratterizzato fine dicembre 2022, di certo lontane da quelle che dovrebbero essere del periodo. E nel territorio lucano, quali riflessi ci sono sul piano della salute?

Il Ministero della Salute e il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio, hanno rilevato in uno studio che dal 16 maggio al 16 settembre scorsi, nella sola città di Potenza si è registrato un tasso di mortalità del 40% superiore al numero di quelli considerati attesi. I numeri in dettaglio delle morti nel capoluogo di regione lucano evidenziano 247 decessi in totale. Su 230 di questi, “osservati” nella classe di età over 65, gli esperti ne hanno classificati 164 “attesi” con una differenza di 66 decessi tra “osservati” ed “attesi”. In particolare, l’ondata di calore che ha impattato più duramente è stata quella della seconda metà di luglio, con un aumento di mortalità che ha raggiunto, sempre secondo lo studio, a Potenza 62 decessi; 54 a giugno, 52 ad agosto, 36 dal 16 al 31 maggio e 27 dal 1 al 16 settembre.

Ampliando lo sguardo al resto d'Italia, tra le città maggiormente colpite Torino ha visto un eccesso di mortalità pari a +70%, seguita da Campobasso (+69%), poi Bari (+60%), Bolzano (+59%), Milano e Genova (+49%), Viterbo (+48%), Firenze (+43%), Catania (+42%). Solo nel 2022 sono stati oltre 2.300 i decessi in Italia dovuti alle ondate di calore, con una estate che ha registrato un’anomalia positiva di temperatura massima di +2.3°C rispetto alla media climatica, seconda solo al 2003, come evidenziano i dati dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr.

I dati dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente indicano l’urgenza per l’Italia di un deciso cambio di passo nella lotta alla crisi climatica con politiche più ambiziose e urgenti interventi concreti. Non a caso l'associazione ambientalista, tra le azioni urgenti da mettere in campo, chiede l’approvazione in tempi rapidi del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, cheora sarà oggetto di consultazione pubblica secondo quanto previsto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica.

In una nota di Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, si evidenzia come «nella lotta alla crisi climatica il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni».

Al Governo nazionale si chiedono, al posto di nuovi investimenti sul gas, «cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023: una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico, devono seguire lo stanziamento di adeguate risorse economiche per attuarlo, non previste dalla legge di bilancio approvata; l’aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) agli obiettivi europei di riduzione dei gas climalteranti del REPowerEU, dimenticato dal governo Draghi; nuove semplificazioni per tutti gli impianti a fonti rinnovabili, a partire dal repowering per gli impianti eolici esistenti; la velocizzazione degli iter autorizzativi con nuove linee guida del Ministero della Cultura per le Sovrintendenze e una forte azione di sostegno e sollecitazione alle Regioni per potenziare gli uffici che autorizzano gli impianti».

C'è anche Potenza tra le 25 città che, per i piani di prevenzione attivati in continuità con gli anni precedenti, hanno attivato una campagna informativa a livello locale e in 3 città l'attività di formazione degli operatori socio-sanitari sui rischi associati al caldo e sulle raccomandazioni per la popolazione nei sottogruppi suscettibili. In 24 città l’attività centrale della prevenzione è la sorveglianza attiva delle persone a rischio (identificate attraverso l’anagrafe dei suscettibili al caldo) effettuata con medici di base o tramite un caregiver adeguatamente formato collegato alla rete dei servizi. In 19 città sono stati definiti protocolli di emergenza in risposta alle ondate di calore.

Le criticità operative e di programmazione legate al covid-19, in particolare l’attivazione della sorveglianza attiva delle persone a rischio e attività emergenziali sono state minori rispetto agli anni precedenti.

Considerando gli scenari di cambiamento climatico e le previsioni di un intensificarsi degli eventi estremi nel nostro Paese, vanno rafforzate anche a livello locale le azioni di adattamento e le risorse dedicate alla prevenzione delle ondate di calore.

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