POTENZA - L’alternativa al tradizionale cenone di Capodanno al ristorante è l’atmosfera più intima e genuina dell’agriturismo. Non solo gruppi ristretti ai tavoli ma anche meno formalità e prezzi decisamente più economici. Il pasto completo del giro di antipasti contadini (assaggi di almeno 6 piatti), due primi rigorosamente della tradizione rurale con le immancabili manate, agnello delle Dolomiti o del Pollino alla brace, dolci fatti in casa costa tra i 60 e i 75 euro. Nelle 220 attività agrituristiche lucane (compresi i punti ristoro rurali) si prevedono tra i 15-18 mila coperti, per un giro di affari tra i 450 e i 480 mila euro a cui aggiungere le vendite dirette di prodotti aziendali per altri 8-10 mila euro. Turismo Verde, l'Associazione agrituristica di Cia-Agricoltori Italiani Basilicata, commenta «molto positivamente» le prenotazioni che sono arrivate in linea con l’andamento generale del comparto, anche se - precisano Cia e Turismo Verde - il buon andamento del settore in queste festività natalizie è il racconto parziale di un’Italia comunque in piena crisi, fiaccata dal caro bollette e dall’aumento generalizzato dei prezzi.
Qualità del cibo e riscoperta dei borghi di prossimità si confermano intoccabili nella lista delle priorità e una famiglia su dieci ha scelto l’agriturismo sia per il pranzo di Natale che per il veglione del 31 dicembre. Nonostante i rincari, resta da preservare il mangiare bene, sano e al giusto prezzo, in un contesto familiare che offre esperienze per tutte le età, a contatto con la natura e il mondo agricolo, le tradizioni locali portate a tavola in piatti tipici e specialità del territorio.
«Il settore agrituristico - sottolineano Cia e Turismo Verde Basilicata - sta certamente vivendo giornate di lavoro importanti, soprattutto la montagna che, per le festività, ha fatto da sola l’80% delle prenotazioni».
Una stagione di ricarica, quindi, che serviva al termine di un ennesimo anno difficile, segnato dalla ripresa del turismo ma anche da costi inaspettati e fuori misura per il comparto. «Siamo molto soddisfatti del grande fermento che stiamo vivendo, tra clienti che tornano, italiani e stranieri, e nuovi ospiti ai quali far scoprire, insieme agli Agrichef, le nostre produzioni, legate a territorio e tradizioni - commenta il presidente nazionale di Turismo Verde-Cia, Mario Grillo -. Passata l’Epifania, però, sarà difficile tenere su l’entusiasmo. Non basteranno certo 15 giorni di guadagno per arrivare a primavera, visto l’arrivo della bassa stagione e, soprattutto, stando alle bollette esorbitanti». Quindi, spiega Grillo, «molte strutture sceglieranno di chiudere fino a Pasqua per mettere al riparo l’azienda e anche il rapporto con i clienti, sui quali non si vuole assolutamente caricare l’aumento dei costi di gestione».
Il settore cerca nuove soluzioni per reggere la crisi e un mercato sempre più competitivo. E tra le idee più innovative c’è quella di Francesco Lorenzo Bruno, uno dei più giovani titolari di aziende agrituristiche lucane, quarta generazione alla guida della storica azienda Vignola di Marsiconuovo (Potenza). La sua intuizione: far diventare l’agriturismo un centro di servizi per i viaggiatori che oltre al classico vitto e alloggio offra informazioni su cosa fare sul territorio, quali percorsi utilizzare a piedi, in bici o a cavallo, cosa vedere nel raggio di qualche chilometro, quali prodotti locali gustare. Per Giovanna Perruolo, direttrice Cia Potenza, «è questo un bell’esempio di evoluzione del concetto di ruralità, del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e di un nuovo approccio verso il territorio e le sue risorse».