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Bari, per il Brt ora «insorge» Poggiofranco: «Non si tocchi il verde urbano»

 
Davide Lattanzi

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Davide Lattanzi

Bari, per il Brt ora «insorge» Poggiofranco: «Non si tocchi il verde urbano»

Il Bus Rapid Transit continua a spaccare la città. Il comitato di quartiere diffida il Comune: «Progetto privo di requisiti essenziali»

Martedì 05 Agosto 2025, 11:19

Il progetto Brt continua a «spaccare» la città. Se Carrassi è stato il primo quartiere ad «insorgere» contro il progetto sul Bus Rapid Transit (la mobilità verde e sostenibile che entro il 2026 cambierà il volto del trasporto pubblico cittadino) con la costituzione del comitato «No Brt» e la nascita di varie associazioni (come «La Formica» e «L.u.c.a») che temono le ripercussioni derivanti dall’arrivo del nuovo mezzo, ora anche il rione Poggiofranco si mobilita. Stavolta il fulcro della preoccupazione non riguarda l’eventuale perdita di posti auto oppure un radicale cambio alla viabilità, bensì la tutela del verde urbano, tanto scarno, quanto prezioso.

A Poggiofranco, dunque, si è costituito il comitato spontaneo «Bari Verde» che comprende già 30 aderenti, tra i quali spiccano il professore di archeologia Antonino Greco, nonché i legali Giuseppe Mariani e Luigi Campanale. Lo scopo dell’associazione è sorvegliare sul corretto mantenimento del rapporto inerente il verde pro capite che a Bari risulta già in netta sofferenza. Al punto da inviare una diffida al Comune e al Consiglio Comunale per invocare una variante al Piano Regolatore Generale e preservare le aree verdi di via Mitolo, altrimenti destinate al sacrificio per garantire il passaggio del Brt, nonché le relative aree previste per la sosta e la ricarica.

Dai rilievi posti dal comitato, infatti, Il capoluogo pugliese risulta in coda alle 14 città metropolitane per quantità di «verde per abitante» (come da ultima elaborazione Ispra sul 2024), nonché sulla dotazione di «Aree Verdi Pubbliche», di 0,5mq/ab, a fronte della media nazionale di 4,9 mq/ab. Risulta, inoltre, un deficit generale di «Verde di Quartiere» e di Verde urbano che impedisce qualsiasi modificazione di aree la cui destinazione d’uso è a Verde Pubblico. In casi estremi di modifiche sarebbe imprescindibile l’espletamento di Vas (valutazione ambientale strategica) e Via (valutazione d’impatto ambientale). Pertanto, risulterebbero illegittimi i progetti per la realizzazione di un hub per la mobilità veicolare a trazione elettrica in via Mitolo.

«Il comitato si preoccupa esclusivamente della tutela del verde: non si pone in antitesi con il Brt», afferma il legale rappresentante di «Bari Verde», Marco Cornaro. «Perciò abbiamo inviato un atto di significazione al Comune in vista del progetto di asfaltare il verde di via Mitolo, già sfregiata dalla costruzione della stazione di servizio Q8 sulla cui legittimità, peraltro, sorge più di un dubbio. Abbiamo rilevato l’assenza delle valutazioni di impatto ambientale che sarebbero indispensabili. L’atto è stato inviato anche al Consiglio Comunale perché è necessaria una variante al piano regolatore trattandosi di un cambio di destinazione d’uso sul verde pubblico: non basterebbero risposte basate semplicemente su provvedimenti degli uffici tecnici. Il poco verde che c’è nella zona funge anche da barriera per le polveri sottili che giungono dal traffico veicolare sulla tangenziale. Ecco perché tali aree dovrebbero essere dotate di alberi ad alto fusto».

Fin qui le mosse del comitato, pronto, dunque, ad uno scontro a suon di carte bollate. Ma le implicazioni riguardano anche altri aspetti. Come la potenziale convivenza delle aree di ricarica con i tralicci dell’alta tensione collegati alle numerose stazioni di servizio dei dintorni. O come i reperti archeologici che la zona conserva: insediamenti rupestri che potrebbero essere compromessi. Altre potenziali criticità sulla strada di un progetto che non trova pace.

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