Una raccolta firme per sollecitare al prefetto Francesco Russo controlli più serrati nelle aree della movida, con una presenza fissa delle forze dell'ordine nelle ore notturne. Ecco l’iniziativa assunta da residenti, gestori dei locali e associazioni giovanili del quartiere Umbertino.
Un’esigenza più volte manifestata soprattutto per porre un freno agli eccessi che danno origine alle notti insonni nel quartiere, ma soprattutto per ottenere il rispetto delle normative nazionali che impediscono la somministrazione di alcol dopo la mezzanotte.
«È un’iniziativa che compatta molte componenti del quartiere», afferma l’avvocato Mauro Gargano, presidente del Comitato per la Salvaguardia dell’Umbertino. «Tutti abbiamo bisogno di controlli più serrati, di pattuglie fisse, di presidi di sicurezza per contrastare anche i fenomeni criminali. Se non è possibile agire con la sola Polizia Locale, allora è fondamentale chiedere un rinforzo coordinato con le altre autorità. Ora redigeremo un documento da sottoporre a tutte le componenti: entro tempi tecnici non troppo lunghi contiamo di presentarlo».
«Oltre ai controlli che dovranno accompagnarsi a regole più rigide sulle occupazioni di suolo pubblico e parcheggi riservati ai residenti, ma soprattutto porre un limite almeno alle attività di asporto serale», ecco le altre proposte avanzate dal Comitato dei residenti dell’Umbertino. «Non vogliamo che il nostro rione diventi un deserto, ma nemmeno un luna park notturno dove chi lavora, studia o semplicemente vive non può più aprire una finestra. Il vuoto normativo del passato ha lasciato proliferare locali in spazi inadeguati, senza alcun equilibrio tra interessi economici e qualità della vita».
Per tale ragione, secondo i residenti è insufficiente la decisione dal sindaco sul rendere ordinanza il codice di autoregolamentazione varato lo scorso gennaio dai gestori dei locali dedicati al «food & beverage». «Il confronto di lunedì scorso a mio avviso non ha posto basi solide, ma si è rivelato soprattutto un dibattito in cui molti hanno ragionato individualmente», rincara la dose Gargano.
«Avremmo preferito una riunione maggiormente tecnica sulle problematiche che affliggono l'Umbertino. La situazione è esplosiva in particolare nelle ore notturne, con livelli di inquinamento acustico documentati anche dall’Arpa ben oltre i limiti di legge. Eppure, da ottobre a gennaio scorsi le due ordinanze comunali avevano imposto limiti all’asporto e regolato gli orari e si era tornati a respirare. Meno assembramenti, meno rumore, meno spaccio».
Il codice di autoregolamentazione prevede personale apposito come gli «ambasciatori del rumore» e gli «street controllers» istituiti al fine di sorvegliare affinché l’utenza tenesse un comportamento più rispettoso dei residenti e responsabile. Le linee guida della prossima ordinanza sulla movida, secondo l’intenzione dell’amministrazione, renderebbe tali figure obbligatorie.
«Il cosiddetto vademecum si è rivelato guscio vuoto, ignorato persino da chi lo ha firmato», osserva Gargano. «Gli street controllers o i noise ambassador si sono rivelati fatiscenti e soprattutto inadueguati a dirimere le situazioni più estreme che in estate si ripetono quai quotidianamente - aggiunge -. Temo che si perda di vista il problema principale. Con la precedente ordinanza non si è spostata la movida da un quartiere a un altro, ma semplicemente si era diluita la presenza di giovani in orari notturni, con grande beneficio per chi vive nella zona».
«Il sindaco Leccese ha voluto affrontare un problema complesso con il dialogo: è doveroso dsargliene merito, ma l'utilizzo del Codice di autoregolamentazione è un deciso passo indietro. La nostra posizione resta nel segno della collaborazione. Se prima di presentare le linee guida della nuova ordinanza al comitato per l’ordine e la sicurezza ci fosse la possibilità di confrontarsi nuovamente, saremmo a disposizione. Le nostre richieste sono note: penso che almeno la possibilità di ragionare sulle modalità dell’asporto sia una questione da affrontare», conclude.