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Film Commission, l’ennesimo pasticcio: «Il Cineporto di Bari è diventato inagibile»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Film Commission, l’ennesimo pasticcio: «Il Cineporto di Bari è diventato inagibile»

La dipendente in conflitto di interessi è stata trasferita a un altro incarico in attesa del procedimento disciplinare

Giovedì 26 Giugno 2025, 12:18

L’edificio della Fiera del Levante che ospita il Cineporto di Bari è inagibile e - teoricamente - andrebbe sgomberato. L’Apulia Film Commission ha segnalato la circostanza alla Regione, dopo una relazione del responsabile della sicurezza che ha evidenziato lo stato precario della struttura: infiltrazioni di pioggia, ammaloramento dei pilastri in calcestruzzo, umidità di risalita. Servirebbero lavori urgenti.

È un pasticcio, l’ennesimo, che riguarda la gestione della Fondazione. La presidente Annamaria Tosto ha chiesto «un incontro con gli uffici regionali competenti nonché con l’ente locatario per tutte le opportune iniziative volte sia alla realizzazione degli interventi necessari al ripristino strutturale e funzionale del Cineporto sia a disciplinare il rapporto di locazione in corso alla luce delle sopravvenienze determinatesi». L’ente fiera vuole essere pagato, ritenendo che gli spazi possano essere messi a reddito. E alla fine non è detto che Afc non possa decidere di rescindere il contratto, anche se nel Cineporto (oltre all’archivio storico dell’Abc, vincolato dalla Soprintendenza e ospitato a titolo di comodato gratuito) ci sono anche alcuni uffici della Fondazione e gli spazi utilizzati dalle produzioni cinematografiche che richiedono supporto logistico.

Al momento, però, nonostante la relazione dell’ingegner Luca Chiarappa abbia attestato la mancata conformità degli spazi rispetto ai requisiti previsti dalle norme sui luoghi di lavoro, l’edificio continua a essere utilizzato nonostante l’«interdizione temporanea» all’accesso disposta dalla Fondazione. Gli archivi dell’Abc non sono stati portati via (e dunque sono a rischio). Le foto documentano una situazione obiettivamente compromessa, per la quale sarebbero necessari interventi immediati.

Nel frattempo non si sono ancora conclusi gli approfondimenti relativi al caso della dipendente Martina Lovascio, la funzionaria addetta al Film Fund proprietaria del 15% di una società di produzioni risultata ammessa a finanziamento per 315mila euro a seguito di una procedura di valutazione in cui la stessa Lovascio ha svolto il ruolo di segretaria. Sia il responsabile anticoruzione di Afc che il collegio sindacale hanno avviato una istruttoria autonoma, acquisendo le dichiarazioni della presidente Tosto e del direttore Antonio Parente: le verifiche dovranno svolgersi a tappeto per scongiurare il rischio di altre situazioni simili, dal momento che è chiaramente mancato un monitoraggio sulle situazioni di conflitto di interessi. La dipendente è stata trasferita ad altre mansioni in attesa della conclusione del procedimento disciplinare. Anche i sindacati (Fp Cgil e Fistel Cisl) hanno chiesto un tavolo di confronto con la Regione. Ma nemmeno loro, al momento, hanno ricevuto risposte.

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