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San Girolamo, villino confiscato alla mala: simbolo del riscatto sociale

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

San Girolamo, villino confiscato alla mala: simbolo del riscatto sociale

L’immobile candidato ad un percorso di co-progettazione dal basso

Martedì 13 Maggio 2025, 09:18

BARI - Da luogo del malaffare a simbolo del riscatto per un intero quartiere. Dopo anni di abbandono, progetti abbozzati, avviati e poi naufragati, anche per le continue incursioni di vandali, abusivi e sbandati. C’è una seconda vita per il villino di San Girolamo confiscato alla criminalità organizzata.

Un immobile con vista lungomare IX Maggio, al civico 62 quasi all’incrocio con via Zandonai, che il Comune vuole destinare alla collettività per farne un riuso sociale. E così ieri pomeriggio sono stati riaperti i cancelli per una sorta di open day, far conoscere a cittadini, associazioni e realtà territoriali le potenzialità di questo bene per decidere insieme la sua prossima destinazione.

Una co-progettazione partecipata e dal basso per candidare l’immobile a «Puglia Beni Comuni», l’avviso della Regione Puglia che ha l’obiettivo di riutilizzare i beni immobili confiscati alla mafia per realizzare spazi di comunità in cui erogare servizi pubblici inclusivi, sicuri, sostenibili e accessibili a tutti, specie alle esigenze dei soggetti vulnerabili e più fragili quali donne, bambini, anziani e disabili.

In questo angolo di San Girolamo, nella ex disponibilità di un clan locale dedito al contrabbando, ci sono in ballo 90 metri quadri con annessi spazi esterni di circa 240 metri quadri. Diversi gli interventi da realizzare, dal suo totale recupero funzionale e strutturale sino al primo passo da compiere: la messa in sicurezza. Nelle prossime ore infatti sarà il Comune ad attuare i primi interventi tra i quali l’eliminazione delle parti e delle lavorazioni abusive realizzate con la vecchia proprietà.

«Questo bene ha un forte valore simbolico perché segna il riscatto sociale della comunità, con uno sguardo rivolto soprattutto ai giovani e alla presenza dello Stato e delle sue istituzioni», ha spiegato la vice sindaca e assessora alla Rigenerazione Urbana, Giovanna Iacovone, Cicerone d’eccezione con altri colleghi di giunta per questa visita guidata all’interno del villino. A cui seguirà una manifestazione d’interesse per raccogliere i vari progetti di riuso e sceglierne il più adatto.

Un’operazione di rinascita che l’amministrazione comunale, come annunciato dall’assessore alla Legalità Nicola Grasso, si appresta a realizzare anche in altre zone come Carbonara e Bari vecchia: «Abbiamo una decina di nuovi beni confiscati sui quali vogliamo verificare la futura destinazione con i cittadini e le associazioni. Approfittiamo di questo bando regionale per valorizzare i beni, procedendo prima con il recupero e poi con la gestione da affidare ad associazioni o cooperative».

Nell’estate del 2019 fu annunciato, proprio in questo villino, un ambulatorio solidale ma poi il progetto non fu mai realizzato, lasciando l’amaro in bocca soprattutto tra i residenti e l’immobile in preda ai vandali e alle occupazioni abusive. «Oggi questo luogo sarebbe ideale per le arti dei ragazzi come danza, musica e letteratura, in un quartiere che ha bisogno di spazi per la cultura» l’auspicio dell’assessora alla Cultura Paola Romano.

«In questo quartiere, che sta vivendo molte trasformazioni, occorre lasciare un segno tangibile, specie per i ragazzi. Per noi il riutilizzo di questo immobile sarebbe davvero importante» le parole del coordinatore di Libera Puglia, don Angelo Cassano.

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