BARI - Scarcerati ma restano agli arresti domiciliari i tre protagonisti della violenta rissa di domenica pomeriggio nei parcheggi dello stadio San Nicola. Dopo gli interrogatori, in cui hanno tutti spiegato il «banale» movente del brutale litigio (tre quattro birre pagate qualche decina di centesimi in più), il gip ha convalidato gli arresti e ha applicato la misura cautelare dei domiciliari per «scongiurare il rischio di ritorsioni reciproche» e quindi di ulteriori episodi di violenza. Intanto le indagini della Procura continuano e sale a sei il numero dei tifosi violenti (due ancora in fase di identificazione) finiti nel fascicolo sulle aggressioni di domenica scorsa fuori e dentro lo stadio, durante la partita Bari-Pisa. Cinque sarebbero i protagonisti della rissa in più fasi avvenuta nei parcheggi antistanti il San Nicola, che è già costata l’arresto a tre persone, aggravata dalla presenza di un bambino di 6 anni, figlio di uno degli arrestati. È stato inoltre identificato il responsabile del pestaggio avvenuto quasi in contemporanea all’interno dell’impianto sportivo, sugli spalti della curva nord. Per quest’ultimo, un 35enne con segnalazioni di polizia, già sottoposto a daspo in passato, il questore ha disposto il divieto di accesso ai luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive per 8 anni e presto potrebbe rispondere dell’aggressione anche penalmente.
LA RISSA NEL PARCHEGGIO - Ieri mattina, davanti al gip Francesco Vittorio Rinaldi, i tre arrestati, di 33, 40 e 48 anni, sono stati interrogati dopo tre giorni in cella e hanno raccontato le ragioni del violento litigio. Uno dei tre, il 33enne, gestisce con la moglie il club Bulldog a Toritto. La mattina della partita il 48enne sarebbe andato ad acquistare alcune birre, lamentando di averle pagate prima un euro, poi 1,50 e 3 euro, contestando il sovrapprezzo, tanto da minacciare il 33enne. Una volta faccia a faccia, i due si sarebbero spintonati e il più giovane avrebbe sferrato un pugno al volto dell’altro, facendolo cadere. Questo avrebbe innescato i successivi episodi, con il 48enne, aiutato dal cognato 40enne, che avrebbe reagito in più momenti aggredendo il 33enne. Nel provvedimento cautelare con cui ha disposto gli arresti domiciliari, il gip parla di «gravità delle condotte, ferocia e gratuità degli episodi di violenza», di «brutale rissa» e «allarmante pericolo per l’incolumità pubblica», evidenziando che gli indagati non hanno desistito neppure per la presenza di un minore, il figlio del 33enne in lacrime davanti al pestaggio del padre, e delle forze dell’ordine.
IL PESTAGGIO IN CURVA NORD - La rissa all’esterno è avvenuta dopo che, a partita iniziata da poco, la tifoseria organizzata biancorossa aveva lasciato la curva nord in segno di protesta contro la società, inscenando all’esterno una manifestazione con striscioni, lancio di petardi e fumogeni. Gli ultras avrebbero quindi «invitato con vigore gli altri tifosi presenti ad abbandonare lo stadio» spiega la Polizia, che con gli investigatori della digos sta portando avanti le indagini sui disordini di domenica. Quando la curva nord era ormai quasi deserta, un uomo ha aggredito un tifoso, colpendolo con ripetuti pugni al volto. Le registrazioni dei sistemi di video sorveglianza che hanno ripreso l’aggressione consentendo in pochi giorni l’identificazione del 35enne, che ora per otto anni non potrà entrare in uno stadio.