Sabato 06 Settembre 2025 | 06:11

Bari, Palazzo di Città batte cassa ma l’asta da 13 mln va deserta

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

Bari, Palazzo di Città batte cassa ma l’asta da 13 mln va deserta

In vendita 43 tra suoli e immobili: ricavi destinati alla manutenzione degli edifici pubblici

Lunedì 05 Maggio 2025, 06:00

BARI - Sulla carta avrebbero potuto fruttare un bel bottino da oltre 13 milioni di euro (rilanci esclusi) da destinare alla manutenzione degli edifici pubblici e degli alloggi popolari. Ma alla fine nessuna offerta è pervenuta, lasciando così il patrimonio invariato.

Nulla di fatto - Si conclude con una nulla di fatto – gli uffici hanno dichiarato «deserta» la procedura – il bando del Comune di Bari per la vendita di 43 beni all’asta. In particolare suoli e terreni sparsi per città, alcuni anche in provincia. Un lungo elenco di offerte immobiliari ma che evidentemente non hanno attirato potenziali investitori.

Il caso più singolare arriva da via Di Vittorio a Casamassima con ben 34 unità tra box e cantinole messe in vendita da un minimo di 5mila euro fino a un massimo di 9mila euro. Si tratta dei resti di una acquisizione di alloggi che l’amministrazione barese fece nei primi anni ‘80 per rispondere all’emergenza abitativa.

Mungivacca - Nessuna offerta anche per gli ex impianti sportivi realizzati dalla Debar a Mungivacca per 5.820 metri quadri e del valore di 870mila e 900 euro. Nulla da fare anche per i terreni: in via Bissolati, al quartiere San Pasquale, il Comune metteva sul mercato 2mila e 400 metri quadri con un importo a base di asta di 2,9 milioni di euro e ricadenti in un’area residenziale, prestigiosa e fornita di servizi; tra viale Europa e via Mirizzi al San Paolo, di fronte al Giudice di pace, zero offerte anche per i 3mila e 600 metri quadri con una base d’asta di circa 3milioni di euro. Altri 632 metri quadri (per un valore di 679mila euro) per un terreno di corso della Carboneria, al quartiere Libertà, vicinanze cimitero, mentre per 2.490 metri quadri in via Don Guanella a Poggiofranco si partiva da una base di 673mila euro.

Nella maggior parte dei casi si tratta di aree standard di vecchie lottizzazioni, da destinare a servizi per la residenza, come uffici, negozi, scuole e palestre; in altri casi sono suolo sui quali possono essere realizzate case ma solo in presenza di indici di fabbricabilità. In sostanza un’occasione persa sia per potenziali investitori sia per l’amministrazione comunale che da anni cerca di battere cassa, eliminando alcuni beni di famiglia, spesso non funzionali agli usi istituzionali e costosi per la manutenzione e pulizia.

Mercati coperti - Non a caso da anni il Comune cerca di mettere sul mercato altri beni come gli ex mercati coperti di via Cagnazzi, con autorimessa e piano rialzato da utilizzare per le attività commerciali, del valore di 4 milioni di euro, l’ex mercato di San Pio del valore di 18mila euro e l’ex mercato di via Carrante del valore di 2,56 milioni. Non da meno l’ex bar nella pineta di San Fancesco, la masseria Borracci, l’ex scuola Colli Grisoni in via Cotugno e il parcheggio interrato in via Pappacena a Poggiofranco, realizzato e mai entrato in funzione.

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