Sabato 06 Settembre 2025 | 06:01

Appalti truccati della Protezione civile, a Bari tutti rinviati a giudizio: terzo processo per Lerario

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Gli sprechi dell’ospedale Covid nel mirino della Corte dei conti

L'inchiesta della Procura partita dall'ospedale Covid della Fiera del Levante. L'imprenditore Zema patteggia 9 mesi

Mercoledì 12 Marzo 2025, 11:47

16:58

BARI - Tutti rinviati a processo gli ex dipendenti regionali e gli imprenditori accusati di aver truccato appalti della Protezione civile durante l’emergenza Covid. Lo ha deciso il gup Giuseppe Ronzino, che ha mandato davanti alla prima sezione del Tribunale collegiale (a partire dal 3 giugno) l’ex capo della Protezione civile pugliese, Mario Lerario (difeso dall’avvocato Michele Laforgia), l’ex funzionario regionale Antonio Mercurio (difeso dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto), gli imprenditori Vito De Mitri, 77 anni, di Lecce, Francesco Girardi, 38 anni, di Acquaviva (avvocato Gioacchino Ghiro), Vito Vincenzo Leo, 69 anni, di Acquaviva, Domenico Tancredi, 42 anni, di Altamura (difeso dal prof. Vito Mormando e dall’avvocato Mario Malcangi), e Alessandro Goffredo Nuzzo, 72 anni, di Santa Cesarea Terme (difeso dal prof. Filippo Bottalico e dall'avvocato Luca Calcagnile). Gli imputati rispondono, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, di corruzione, peculato, turbativa e falso.

I fatti contestati (che partono dall’appalto per l’ospedale Covid della Fiera del Levante, il cui costo è lievitato da 9,5 a oltre 23 milioni di euro) riguardano il periodo dal 2019 al 2023 e sono stati ricostruiti dalla Finanza nel corso delle indagini che all’antivigilia di Natale 2021 portarono all’arresto in carcere di Lerario, preso in flagranza mentre intascava una mazzetta. Per Lerario (tutt’ora ai domiciliari) si tratta del terzo processo collegato agli appalti dell’emergenza: la prima sentenza di condanna nel frattempo è diventata irrevocabile.

Il gup ha anche ratificato il patteggiamento di Sigismondo Zema, 52 anni, di Bari. L’imprenditore (difeso dall’avvocato Nicola Quaranta) ha concordato con il procuratore Roberto Rossi una condanna a 9 mesi con pena sospesa. Per lui l’accusa ha rinunciato a insistere sui domiciliari (rigettati dal gip lo scorso anno), per i quali si attende invece la decisione del Riesame che riguarda Nuzzo e Tancredi.

È di circa tre milioni di euro la richiesta di risarcimento danni, patrimoniali e non patrimoniali, che la Regione Puglia ha formulato nei confronti degli otto imputati rinviati a giudizio oggi con le accuse - contestate a vario titolo - di corruzione, peculato, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falso e turbata libertà degli incanti, relativamente al presunto giro di tangenti e appalti pilotati su alcuni lavori collegati all’emergenza pandemica del 2020, tra cui la realizzazione dell’ospedale Covid in Fiera del Levante. L’ente regionale ha anche chiesto il riconoscimento di una provvisionale immediatamente esecutiva da 587mila euro, pari al 20% dell’importo richiesto come risarcimento, a carico di tutti gli imputati.

Nell’atto di costituzione a parte civile, la Regione sottolinea le «evidenti e talvolta grossolane irregolarità» commesse dagli imputati nella vicenda, sottolineando che «le consulenze hanno permesso di evidenziare come la procedura sia stata irrimediabilmente viziata, a partire dalla fase di formazione dei dispositivi progettuali, sino a quella di esecuzione del contratto». Le condotte degli imputati, per la Regione, hanno quindi causato un «grave danno patrimoniale, nonché rilevanti danni di natura non patrimoniale, fra cui quello all’immagine e all’integrità della Regione Puglia e, più in generale, ai suoi cittadini». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)