Sabato 06 Settembre 2025 | 23:30

Bari, la verità di Olivieri sulle Comunali 2019: «Mi accordai con Emiliano per indebolire il centrodestra». Il governatore: «Calunnie»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

E il leader di Realtà Italiasi dichiara «prigioniero politico»

L'arrivo di Olivieri in Tribunale

L'uomo al centro del processo Codice Interno ha parlato 5 ore per difendersi dalle accuse di voto di scambio con i clan: «Chiedo scusa alla città, ho sbagliato»

Mercoledì 12 Febbraio 2025, 06:00

21:57

BARI - «Chiedo scusa alla città, ho sbagliato». Lo ha detto in aula a Bari Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale in carcere dallo scorso 26 febbraio, nel corso del suo interrogatorio davanti al gup Giuseppe De Salvatore dove si celebra il processo a lui e ad altri 107 imputati con rito abbreviato. L'interrogatorio fiume è durato 5 ore ed è terminato alle 16.

Il 65enne ex avvocato è accusato di voto di scambio politico-mafioso e concussione. Olivieri ha risposto alle domande dei suoi avvocati, Gaetano e Luca Castellaneta. Ha parlato dei rapporti con i coindagati, ma soprattutto di politica: e infatti ha ricostruito quanto accadde nella fase di preparazione delle Comunali 2019, quando era uno dei leader della coalizione di centrodestra che sulla carta doveva indebolire quella di centrosinistra ma finì per perdere le elezioni con il 30% contro il 70% di Antonio Decaro. «Il mio ruolo - ha detto Olivieri - era di indebolire il centrodestra».

Olivieri, in carcere dal 26 febbraio 2024, secondo la Dda di Bari in quelle elezioni sarebbe sceso a patti con tre diversi clan mafiosi per assicurare i voti alla moglie, Maria Carmen Lorusso, poi eletta nelle file del centrodestra.

Per comparire davanti al Tribunale, Olivieri è stato tradotto a Bari dal carcere di Lanciano. Per lui i pm della Dda di Bari, Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, hanno chiesto una condanna a 10 anni senza la concessione delle attenuanti generiche: avrebbe pagato e fatto regali e favori a persone formalmente incensurate ma vicine ai Parisi e ai Palermiti di Japigia e ai Montani del quartiere San Paolo. L’ex avvocato barese ha già più volte ammesso di aver pagato, ma nega che l’accordo per i voti abbia coinvolto i clan. «In una vicenda processuale che ha visto coinvolti politici, professionisti e lo stesso Comune di Bari - dichiarano gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta -, è arrivato il momento per l'avvocato Giacomo Olivieri di chiarire il ruolo di quei protagonisti che hanno veicolato le scelte amministrative degli ultimi 10 anni, senza alcun condizionamento o collusione di gruppi criminali». Il processo riprenderà la prossima settimana con l'interrogatorio di Savino Parisi.

EMILIANO: «DA OLIVIERI CALUNNIE, LO QUERELO»

«Vedo che il centrodestra barese continua a servirsi delle bugie di un criminale reo confesso che loro stessi hanno reclutato nella loro coalizione, dando credito ad una storiella ridicola, quella della trappola elettorale che fu costruita, invece, da Sisto e Dattis come è a tutti noto». Lo afferma il presidente della Regione Puglia , Michele Emiliano, in relazione ai commenti di esponenti del centrodestra alle dichiarazioni fatte in tribunale da Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale arrestato e a processo con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso, nell’ambito dell’inchiesta codice interno.

«Nel 2019 il centrodestra - aggiunge Emiliano in una nota - era convinto di vincere grazie alla candidatura di Pasquale Di Rella, che veniva dal Pd, sostenuta da Olivieri e Canonico e ricordo ancora che quando mi incontravano per strada mi dicevano che per Decaro era finita. Tutti immaginavano invece che a causa della loro incapacità il centro destra avrebbe perso di nuovo le elezioni. È la stessa incapacità che gli ha fatto credere di poter convincere i baresi a fargli vincere le elezioni con la favoletta, poi finita nel nulla, dello scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Antonio Decaro». «E adesso - conclude - ci riprovano utilizzando le parole inattendibili e false di un uomo disperato che sta affogando nella sua stessa ignominia. Querelerò Olivieri e tutti coloro che propaleranno come vere le sue calunnie».

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