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Protezione Civile Bari, archiviate le accuse a tre imprenditori. Su appalto ospedale Covid sarà battaglia al processo

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Protezione Civile Bari, archiviate le accuse a tre imprenditori. Su appalto ospedale Covid sarà battaglia al processo

Cade l’ipotesi di corruzione per Barozzi jr, Leccese e Mottola. L’appalto fu truccato da Lerario e Mercurio «all’insaputa» della Cobar che lo ha vinto

Venerdì 31 Gennaio 2025, 12:08

BARI - Il 10 dicembre il gip Anna Perrelli ha archiviato, su richiesta del procuratore Roberto Rossi, una accusa di corruzione nei confronti degli imprenditori Domenico Barozzi, Luca Leccese e Donato Mottola, coinvolti (gli ultimi due anche arrestati e già a giudizio) nell’ambito dell’inchiesta della Finanza sugli appalti truccati della Protezione civile.

La decisione, di cui si è saputo solo ieri, fa dunque emergere l’esistenza di altri episodi che però il procuratore Rossi ha fatto confluire in un fascicolo stralcio di cui, il 23 ottobre scorso, ha chiesto l’archiviazione rilevando la mancanza di elementi utili per sostenere l’accusa in gidizio.

Nel provvedimento con cui a luglio 2024 la Procura ha chiuso le indagini sull’ospedale Covid, messo a gara per 9,5 milioni e poi costato oltre 23, già non compare il nome di Domenico Barozzi, ex procuratore della Cobar di Altamura che si era aggiudicata l’appalto e che - inizialmente - risultava indagato per turbativa d’asta insieme all’allora capo della Protezione civile, Mario Lerario, e al Rup Antonio Mercurio. Per gli ultimi due il procuratore Rossi ha nel frattempo chiesto il rinvio a giudizio insieme ad altre sei persone (l’udienza preliminare è fissata al 12 marzo) nell’ambito di un fascicolo che ipotizza anche i reati di abuso d’ufficio, peculato e corruzione.

L’impostazione accusatoria ritiene che Lerario e Mercurio avrebbero truccato l’appalto della Fiera a favore della Cobar, che - ha rilevato la Finanza - prima di allora non aveva mai realizzato progetti in ambito sanitario eppure ottenne il massimo del punteggio alla voce «esperienza». E soprattutto che per quella gara venne utilizzato un algoritmo che aveva quale diretta conseguenza il sostanziale azzeramento della rilevanza dell’elemento prezzo nella formazione della graduatoria di gara»: il prezzo è un elemento oggettivo, le valutazioni tecniche sono per loro natura soggettive e dunque possono dipendere dai commissari. Cobar ha offerto l’11% di ribasso, l’altra concorrente Operamed (che aveva realizzato l’ospedale della Fiera di Milano) il 12%. Nelle perquisizioni del febbraio 2022 la Finanza ha trovato la bozza dei punteggi tecnici, predisposta dalla commissione presieduta da Lerario e composta da Mercurio e da un tecnico (un medico, nel frattempo archiviato): secondo la tabella avrebbe vinto Operamed.

Fatto sta che le indagini, come ha ricordato Rossi nella sua richiesta di archiviazione, non hanno consentito di ricostruire l’esigenza di un «previo concerto» tra i vertici della Cobar e i due dirigenti pubblici. Da qui dunque l’estraneità di Domenico Barozzi alla gara truccata, ma anche la constatazione in base a cui la Cobar di Altamura si sarebbe ritrovata beneficiaria di un appalto truccato «a sua insaputa».

È evidente che questo punto sarà centrale nella ricostruzione della vicenda davanti al Tribunale, dove le difese di Lerario (avvocato Michele Laforgia) e Mercurio (avvocato Roberto Sisto) avranno interesse a dimostrare l’inesistenza di un disegno preordinato a truccare la gara. Domenico Barozzi potrà dunque essere chiamato come teste, e in questo caso ricoprirà il ruolo di teste assistito: sarà accompagnato dall’avvocato ma non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere.

Nell’informativa conclusiva della Finanza, la stessa che Rossi cita nella richiesta di archiviazione, sono ricostruite le spese definitive affrontate dalla Regione per gli appalti dell’emergenza covid che sarebbero stati truccati. E c’è una chat tra Lerario e il presidente Michele Emiliano che i militari hanno trovato nel cellulare del primo, sequestrato il giorno dell’arresto all’antivigilia di Natale 2021. Lerario illustra a Emiliano (ottobre 2020) l’ipotesi di costruire un ospedale in Fiera del Levante, ipotizzando un costo di 30 milioni. Emiliano lo ritiene «un po’ esagerato» e gli chiede se era ipotizzabile affidare l’incarico a un consorzio di tutte le aziende pugliesi. Lerario risponde che avrebbero fatto lavorare «tutte aziende pugliesi». È andata a finire esattamente così.

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