BARI - Tra passato, presente e futuro. Giorgio De Trizio dipinge a grandi pennellate la microstoria dell’attuale stagione del Bari di Moreno Longo. Un’analisi accorata e appassionata, tipica di un calciatore storico (con la maglia dei galletti ha giocato quasi trecento partite dal 1980 al 1989), in fondo al cuore innamorato della squadra della propria città. Il punto di partenza, la vittoria del 29 dicembre al San Nicola sullo Spezia terzo della classe. Successo del primo atto del ritorno confortato dalla prova convincente del gruppo. Sino alle prospettive del calciomercato di gennaio che apre i battenti in queste ore.
De Trizio, ha visto l’ultima partita del Bari contro lo Spezia? In molti, la ritengono la migliore del campionato.
«Allo stadio non vado da parecchio tempo. La partita l’ho seguita in tv. Sto osservando con attenzione tutto il campionato di B. Ho visto un Bari più quadrato a centrocampo. I tre centrali Maita, Benali e Lella hanno fatto bene. Due con i piedi buoni e uno molto fisico. Gli esterni Dorval e Oliveri stanno in gran forma. A Pisa, con due in mezzo, abbiamo sofferto non avendo giocatori di rottura. Ai miei tempi, giocavano insieme Lopez, Sola e Acerbis. Ed era un bel vedere. Da quanto Falletti ha recuperato dall’infortunio, tende a retrocedere accrescendo il possesso palla. Vedo una linea mediana folta e completa. Quando inizi a segnare, la condizione psicologica ne trae giovamento. Gli alti e bassi dipendono dalle motivazioni. I calciatori possono abituarsi ad una mentalità non vincente. Invece, penso ci siano tutte le potenzialità per arrivare ai playoff».
In difesa ha giocato a sorpresa Simic, preferito al capitano Vicari. Ha fatto bene, come Obaretin. Come li giudica?
«Hanno giocato bene. Obaretin è un giovane molto interessante, direi tra i migliori in B per età. Simic ha sempre fatto bene tutte le volte che ha giocato. Ognuno ha fatto il suo».
La difesa a tre è l’unico assetto tattico dal quale Longo non si muove. Una garanzia.
«Sul piano tattico è così. Ma anche qui, non sarebbe male alzare il tiro. Gente brava in giro ce n’è. Noi siamo il Bari. Chi in B fa sedicimila spettatori? Basta poco per arrivare a numeri ancora più altisonanti. Con due, tre acquisti, si può puntare ai playoff per poterseli giocare alla grande».
Matino e forse Tripaldelli potrebbe lasciare a gennaio. Dietro servono delle alternative?
«Queste valutazioni spettano a mister Longo, di concerto con i dirigenti. Se dovesse andare via qualcuno, sarà ovviamente necessario riequilibrare l’organico con dei sostituti all’altezza se non migliori. Al momento, il pacchetto arretrato mi sembra quello meglio assortito e collaudato».
In quali reparti andrebbe corretta la squadra?
«Non parlerei di correzioni. La formazione andrebbe piuttosto puntellata, ritoccata. Se vuoi disputare i playoff e farli bene, devi avere tra le frecce gente di peso che determini le partite. Ci vogliono figure navigate con gli attributi. Non bastano soltanto i giovani, per quanto possano essere in gamba. Prenderei perciò dei titolari, come alternative valide alle risorse attualmente in canna. Per esempio, un quinto a destra di esperienza. Anche un difensore centrale che all’occorrenza possa sostituire uno tra Vicari e Simic. Il campionato è lungo e non si può rischiare di concluderlo in affanno con una rosa striminzita ed una prospettiva limitata».
Che girone di ritorno si aspetta dai biancorossi?
«Molte squadre sono in difficoltà. Penso alla Sampdoria, al Frosinone, alla Salernitana. I blucerchiati pare abbiano anche alcuni problemi dirigenziali. Col tempo, però, verranno fuori. Se il Bari si rinforza, con l’entusiasmo dello spogliatoio e della piazza, potrò sicuramente arrivare agli spareggi promozione. Magari centrando una posizione migliore possibile. Chissà un quarto posto. Nella vita, non si sa mai».
In testa alla classifica, Sassuolo e Pisa scappano. Poi, resta tutto da decifrare.
«A guardare la graduatoria, il Bari ha tante squadre sotto. Le distanze dalle inseguitrici non sono tantissime, ma il corposo cuscinetto delle formazioni alle spalle allarga il margine di sicurezza. La B è un campionato rischioso. La sorpresa sarà il Bari. Anche lo stesso Spezia, con tutto il bene, non lo vedo come squadra che possa arrivare in alto sino alla fine. Vedremo cosa dirà il mercato di riparazione».
Dopo Bari-Spezia, il ds Magalini ha dichiarato che al Bari non serve granché. L’impressione, però, è che la coperta sia corta.
«Io spero invece che arrivi qualcuno per tentare il colpo. Che magari faccia animare tutto l’ambiente. Temo che ci si voglia accontentare. La presidenza vorrebbe pure andare in serie A, ma non percepisco una reale programmazione per mirare dritti all’obiettivo».
Per comprare, bisogna cedere. Per un fatto economico, ma anche numerico.
«Mi chiedo chi della rosa attuale possa avere mercato. De Laurentiis è comunque molto imprevedibile. Magari a gennaio consegna a Longo tre, quattro elementi forti che nessuno si aspetterebbe. C’è da aspettarsi di tutto. Ipotesi a parte, bisogna ricordarsi che Bari è diversa. Qui devi comprare a prescindere. Chi vende per comprare non nutre veri obiettivi. Magari non si vuole investire ed è altrettanto onesto che non si voglia prendere in giro la tifoseria rilasciando dichiarazioni di profilo basso. Sinora Magalini e Di Cesare hanno svolto benissimo il loro dovere. La squadra l’hanno messa su, senza spendere tanti soldi».