BARI - La Gip del Tribunale di Bari, Anna Perrelli, ha disposto la revoca della custodia cautelare in carcere per il 46enne Petrara Donato, di Santeramo, accusato di essere il promotore e l'organizzatore di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro e all’emissione di fatture false per oltre 17 milioni di euro. La decisione è stata presa a seguito dell’interrogatorio dell'indagato, svoltosi venerdì scorso, durante il quale è emerso il suo ruolo effettivo nei fatti contestati. Accogliendo l’istanza del difensore, l'avvocato Antonio La Scala, e ritenendo attenuate le esigenze cautelari, il giudice ha concesso a Petrara la misura degli arresti domiciliari.
L'indagine della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Bari, che ha portato all'arresto di dieci persone, è partita dall’analisi di una serie di Sos (segnalazioni per operazioni sospette) in cui è stata rilevata la presenza di “flussi di denaro assolutamente anomali” in relazione ai conti bancari di alcuni degli indagati e delle loro società, dietro cui – secondo il gip Anna Perrelli – si nascondeva “un vasto e collaudato sistema di frode fiscale basato sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti”, durante il quadriennio dal 2019 al 2022.
Le indagini hanno sottolineato come le società “emittenti” avessero una “capacità operativa” del tutto incongrua rispetto ai volumi d’affari rilevati: scarsità e/o totale assenza di lavoratori assunti o di collaboratori occasionali, inesistenza presso i magazzini dei beni oggetto delle varie cessioni, inidoneità della struttura dell’impresa a garantire le forniture oggetto di fatturazione. Per ripulire i proventi illeciti il protocollo operativo prevedeva, tra l’altro, l’azzeramento delle provviste sui conti correnti attraverso operazioni allo sportello che consentivano di prelevare enormi quantità di denaro contante da restituire ai committenti principali.