BARI - L’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari passa dalla gestione del Policlinico a quella della Asl di Bari. Lo ha deciso il Consiglio regionale, approvando (anche con i voti del centrodestra) la proposta dell’assessore al Bilancio, Fabiano Amati, con soli tre contrari e due astenuti sui due subemendamenti predisposti da Fabio Romito (Lega) e da Pier Luigi Lopalco (Pd). L'obiettivo dell'iniziativa è rilanciarlo per trasformarlo nel polo pediatrico di riferimento del Mezzogiorno. Proprio il ruolo di Romito è stato fondamentale per disinnescare il tentativo di bloccare l'operazione, avversata dai medici universitari: determinante il suo lavoro politico sui consiglieri di maggioranza.
Il risultato è che dal 1° gennaio 2025 l’«ospedaletto dei bambini» di Bari verrà gestito dalla Asl, garantendo «ove necessario e a mezzo di protocolli d'intesa previsti dall'ordinamento, il permanere delle attività di didattica e ricerca svolte, ovvero protocolli d'intesa per garantire il mantenimento degli inscrivibili ai corsi di laurea e alle scuole di specializzazione» gestite dall’Università e dal Policlinico di Bari.
Determinante anche la moral suasion del presidente Michele Emiliano, che pur lasciando libertà ai consiglieri di maggioranza di esprimere un voto, ha chiesto loro di «decidere» e di «non rinviare» una questione su cui «non c’è più tempo». Anche Emiliano è stato sensibilizzato da Fabio Romito, che ha dichiarato la «condivisione» rispetto alla linea del governatore e con un suo subemendamento ha nei fatti bloccato l'iniziativa di Lopalco con cui il trasferimento sarebbe stato rinviato sine die. Respinto invece l’emendamento di Anita Maurodinoia e Ruggero Mennea che puntava a bloccare il trasferimento, come chiesto dalla facoltà di Medicina in una lettera. Dopo il voto Amati è apparso visibilmente commosso: «Questo - ha detto - è un giorno storico». Grande emozione anche per Romito: «E' un risultato che per me vale l'intera legislatura». Lopalco ha invece parlato di decisione sbagliata: «Mi chiedo, ancora una volta, se il dibattito pubblico e politico abbia realmente a cuore il benessere dei cittadini o se sia guidato da logiche populiste e superficiali».