BARI - Il concorso del 2008 per autisti dell’Amtab su cui ci sono state due distinte indagini della Procura di Bari (entrambe archiviate) sarebbe stato truccato per garantire l’assunzione di Massimo Parisi, il fratello del boss del quartiere Japigia che nel 2009 si sarebbe impegnato insieme ad altri esponenti dei clan per «procacciare i voti sia per, diciamo, il presidente della circoscrizione, e anche per, diciamo, la campagna elettorale al Comune» vinta dall’allora sindaco Michele Emiliano con Antonio Decaro in lista. Sono le parole testuali del pentito Nicola De Santis, l’ex autista dell’Amtab vicino al clan Capriati della città vecchia, sentito il 4 dicembre nel processo Codice interno: il fratello del boss Parisi, secondo De Santis, fu assunto «per la politica».
Sono frasi destinate ad accendere soprattutto la polemica politica, visto che la ricostruzione di De Santis non ha avuto risvolti penali e - anzi - le verifiche relative al ruolo dell’ex sindaco Decaro si sono concluse con una archiviazione. La Dda, con i pm Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino, ha però insistito su De Santis per provare un punto: che Amtab era un serbatoio utilizzato dalla politica anche per accontentare quel mondo di mezzo di cui fa parte Massimo Parisi, ritenuto intraneo al clan di Japigia pur se formalmente incensurato. «Prima che avveniva il concorso - secondo De Santis -, [a Massimo Parisi] fu garantito che lui a quel concorso l’avrebbe superato, perché c’era un codice a barre...». Come mai, chiede la Procura? «Perché dovevano fare la campagna all’epoca a Giorgio D’Amore alla circoscrizione di Japigia e Torre a Mare. Invece, all’ex sindaco [Decaro] era prima un tecnico e poi come assessore doveva fare la campagna elettorale». A impegnarsi per trovare i voti sarebbe stato «Michele De Tullio, tutti quanti, ma anche noi. Solo che noi, diciamo la mia famiglia all’epoca, anziché votare Decaro, ha votato a Elio Sannicandro e mio fratello, infatti, al concorso è stato scartato, pure se aveva lavorato per tanto tempo con l’agenzia interinale».
I voti sarebbero stati destinati in particolare al candidato presidente della circoscrizione Japigia. «Mi sa che il presidente all’epoca prese... Giorgio D’Amore prese sette-ottomila, novemila voti, e si vantava di questi 2mila voti che avevano dato a Japigia e Torre a Mare»...