BARI - L’incarico di amministratore della Sanitaservice Asl Bari è sottoposto alle regole previste dalla legge Severino, che in caso di condanna anche non definitiva per determinati reati prevede la sospensione dall’incarico. È questo il caso che riguarda Fabrizio D’Addario, condannato martedì dal Tribunale di Bari a tre anni per peculato in relazione ad una vicenda che lo ha riguardato quando guidava l’Amgas (società comunale) di Bari.
Ad applicare la norma dovrà essere la Asl, in quanto controllante della Sanitaservice, che però fino a ieri non aveva ancora ricevuto il dispositivo della sentenza che prevede anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. Deve essere lo stesso D’Addario a comunicare la condanna, in quanto previsto dal suo contratto di lavoro. Ma, nei fatti, il commercialista barese deve considerarsi sospeso.
D’Addario era anche nell’elenco dei nove idonei alla nomina di direttore generale della Asl, che ora (per lo stesso motivo) gli è preclusa. La procedura di selezione è durata sei mesi e - dice qualcuno in Regione - forse si è capito il perché: il governatore Michele Emiliano, di cui D’Addario è un fedelissimo (è stato referente della lista Con), voleva aspettare di conoscere l’esito del processo prima di decidere se affidare all’ex consigliere comunale la più importante azienda sanitaria della Puglia. Ora i candidati più probabili sono due: Luigi Fruscio, facente funzioni, e Alessandro Delle Donne (Irccs), anche se non può escludersi che Emiliano scelga uno dei due idonei in servizio fuori dalla Puglia.