BARI - I risultati ufficiali delle comunali baresi dicono che nelle urne, a maggio, il Movimento 5 Stelle ha portato a casa cinque preferenze in più rispetto agli alleati della lista Laforgia sindaco, quella con cui i grillini condividevano il supporto al candidato Michele Laforgia. Un risultato che ha fruttato in Consiglio comunale due seggi ai 5 Stelle e uno soltanto alla civica di Laforgia. Ora un ricorso al Tar dei «laforgiani» vuol provare a ribaltare l’esito della proclamazione avvenuta in agosto, attaccando proprio gli alleati.
Il ricorso è stato presentato da Giovanni Moretti e Nicola Damiani, entrambi avvocati, rispettivamente secondo e terzo nella lista Laforgia sindaco alle spalle di Victor Laforgia (nipote dell’avvocato) risultato eletto con 735 voti). I due candidati (difesi da Felice e Marta Lorusso) sostengono però che il risultato corretto sia quello preliminare e non ufficiale, riportato tanto dal sito del ministero dell’Interno quanto da quello del Comune. In quei prospetti la lista Laforgia Sindaco risultava aver ottenuto 8.732 voti mentre quella del Movimento 5 Stelle si era fermata a 8.703. Il verbale definitivo ha invece visto la lista Laforgia scendere a 8.701 voti, sorpassata dai grillini con 5 preferenze in più. Da qui il ribaltamento anche dei seggi, che ha visto Moretti rimanere fuori dal Consiglio mentre per i grillini sono entrati sia Antonello Delle Fontane che Italo Carelli. Il sorpasso ha infatti variato le «cifre elettorali», che sono il numeratore della frazione con cui, applicando il metodo d’Hondt, si determinano per divisioni successivi i quozienti che a loro volta stabiliscono gli eletti. E quei cinque voti sono stati sufficienti per ribaltare i rapporti di forza interni: Michele Laforgia è comunque risultato eletto, ma come candidato sindaco non eletto e dunque tecnicamente come «capo» del gruppo di liste che lo sostenevano.
Secondo i due avvocati l’ufficio elettorale centrale avrebbe attribuito ai grillini 506 voti in più: in 32 delle 300 sezioni le preferenze effettivamente riportate dalla lista M5S sarebbero state meno di quelle poi trascvritte nel verbale conclusivo. In alcuni casi, la Corte d’appello avrebbe ritenuto «incomprensibile la grafia con cui è stato compilato il verbale di sezione», in altri avrebbe rilevato la mancata compilazione dei verbali riassuntivi, in altri ancora avrebbe rilevato discrasie che hanno reso necessario «far riferimento alle tabelle di scrutinio». Dall’altro lato, in altre quattro sezioni sarebbero stati riconosciuti alla lista Laforgia 17 voti in meno rispetto a quelli reali.
I procedimenti in materia elettorale si svolgono davanti al giudice amministrativo ma seguono un rito particolare. Per questo nei giorni scorsi il Tar di Bari (Terza sezione, presidente Blanda) ha disposto la notifica del ricorso al sindaco, al Comune e agli interessati dell’altra lista, e ha poi fissato la discussione (nel mese di dicembre). I grillini dovranno ora costituirsi per far valere le proprie ragioni, considerando che l’eventuale accoglimento comporterebbe lo «sfratto» del secondo consigliere eletto: chi ha cominciato a esaminare gli atti sostiene però che non ci sia alcun errore nei calcoli.