Mercoledì 10 Settembre 2025 | 00:53

Gravina, black-out blocca il respiratore che tiene in vita un ragazzo malato: i vigili del fuoco portano un generatore

 
Marina DiMattia

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Marina DiMattia

Gravina, va via la corrente ma un ragazzo è attaccato alle macchine per vivere: vvff arrivano con un generatore

Il racconto della famiglia: «Già un mese fa la corrente è mancata più del previsto. I dispositivi a cui è attaccato Teo hanno raggiunto l’ultima tacca di autonomia prima che tornasse l’energia. Non vi dico quanto siamo stati in apprensione...»

Giovedì 24 Ottobre 2024, 15:19

20:37

GRAVINA - «Mi sono sentito protetto». Teo Picciallo, 35 anni, affetto da distrofia muscolare Duchenne, una patologia che lo ha costretto da anni sulla sedia a rotelle, con assistenza respiratoria quasi costante, questa mattina ha ricevuto una dose inaspettata di serenità. Preoccupato, insieme alla sua famiglia, dall’interruzione programmata di energia elettrica nel quartiere in cui vive, e terrorizzato da quanto accaduto circa un mese fa, quando l’erogazione di corrente è mancata per più di 8 otto ore, Teo ha mobilitato i vigili del fuoco: ad intervenire per prima è stata una squadra di Altamura, distaccamento di Bari; poi, vista la necessità di un rigeneratore abbastanza grande, sono giunti i colleghi da Bari. «Ci hanno montato un generatore di energia elettrica e tre di loro si sono fermati qui a casa fino a quando la corrente non è tornata». A mettere in moto la macchina preventiva dei soccorsi è stata la mamma di Teo, Rosaria Marchetti, zoccolo duro di varie associazioni locali dedicate ai disabili. «Un mese fa, purtroppo la corrente è mancata più del previsto – racconta la donna – I dispositivi a cui è attaccato Teo, nonostante fossero pienamente carichi, hanno raggiunto l’ultima tacca di autonomia prima che tornasse l’energia. Non vi dico quanto siamo stati in apprensione. Questa volta, dopo l’avviso di interruzione di energia, mi sono mobilitata in tempo e due squadre di angeli ci hanno aiutato sin dalle prime ore del mattino». E il sorriso di Teo, impresso negli occhi e sulle labbra, è il bene che trionfa sulla paura di non farcela. «Mi auguro - conclude la donna - che tutti i ragazzi come Teo vengano messi nelle condizioni di vivere dignitosamente, nonostante le difficoltà già insite nella malattia».

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