BARI - Quella che lui immagina è una città «più verde, più inclusiva, più giusta» che abbia a cuore il tema delle fragilità e soprattutto dei cambiamenti climatici. Ma nella relazione c’è anche spazio – è previsto nella parte finale, quasi come ultimo appello - al fronte più caldo, quello della legalità e della trasparenza intesi «non come vessilli buoni per tutte le stagioni, ma valori da praticare quotidianamente, dentro e fuori la macchina comunale».
Un messaggio implicito a chi da settimane adombra lo spettro dello scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale. È una relazione a 360 gradi quella che Vito Leccese porta in Consiglio comunale a Bari illustrando le linee programmatiche di indirizzo, uno dei più importanti atti amministrativi, vera bussola dell’inizio di mandato da sindaco.
Una relazione nella quale il primo cittadino delinea il futuro della città chiedendo al tempo stesso la cooperazione di tutti i consiglieri comunali senza alcuna distinzione di colore politico. Un appello alla pacificazione che trova terreno fertile nella decisione unanime da parte del Consiglio di rinviare – a memoria mai successo – alla prossima seduta la discussione sul programma per permettere anche al coordinatore dell’opposizione, nonché sfidante sindaco del centrodestra, Fabio Romito (ieri assente) di poter partecipare al dibattito.
«Chiedo il vostro contributo, il contributo di tutto il Consiglio comunale. Ed è la ragione per cui sono pronto ad ascoltare suggerimenti e proposte anche se arriveranno dai banchi delle opposizioni, purché siano coerenti con il nostro programma di mandato. Non mi appassiona parlare di campi larghi o larghissimi, ma solo di contributi e di idee per il bene della città» ripete Leccese all’Aula, quasi compiaciuto per il primo risultato politico.
Quale? L’essere arrivato all’appuntamento chiave del Consiglio con tutta la squadra di assessori al completo dopo l’ultima nomina di Nicola Grasso (M5S) ad assessore alla Legalità. Ma non solo. Leccese annuncia al Consiglio la volontà di cedere – o a consiglieri comunali o agli assessori in carica – tutte le deleghe ancora avocate a sé come urbanistica, contenzioso, sport, personale, politiche attive del lavoro, fondi comunitari, grandi eventi e rapporti internazionali. «Non ho intenzione – avverte – di trattenere questo concentrato».
Nelle sue linee programmatiche, che ricalcano molto l’anima ambientalista dell’ex parlamentare dei Verdi, il sindaco Leccese insiste sull’ambiente e sulla lotta ai cambiamenti climatici. Da qui la menzione di due opere simbolo del Pnrr da realizzare entro il 2026: il Brt, il trasporto pubblico locale completamente elettrico e con corsie preferenziali, e Costa Sud «un parco urbano costiero – sottolinea - lungo sei chilometri, che conterà 4mila nuovi alberi, 56 ettari di orti urbani, oltre 20 chilometri di piste ciclopedonali e che, grazie ai recenti dispositivi di perequazione urbanistica, consentirà la riduzione del 50% dei volumi edilizi e del 63% di consumo di suolo rispetto alle previsioni del vigente piano regolatore Quaroni». Quel piano Quaroni che nel suo mandato è pronto ad aggiornare con il nuovo Piano urbanistico generale, il Pug che Bari aspetta da troppo tempo.
«Preferisco chiamarlo – precisa Leccese - Piano umanistico generale, un piano che abbia al centro la vita di tutti i quartieri della città attraverso la lente della sostenibilità incrementando il comfort climatico e la dotazione di verde, offrendo nuova qualità urbana e servizi per i residenti, con particolare attenzione alle fasce deboli quali gli anziani, le persone con disabilità e i bambini».
«Ogni quartiere – aggiunge - dovrà avere il suo asilo nido, la sua scuola, la sua biblioteca, il suo centro famiglie, il suo centro culturale, un commercio di vicinato di qualità e servizi comunali adeguati».
Altri punti del suo programma il rapporto con il mare, dalla realizzazione del waterfront metropolitano sino alla blue economy, ma anche il supporto ai giovani talenti e agli universitari con la realizzazione di nuovi alloggi, la trasformazione del quartiere fieristico in hub di servizi e il sostegno alle politiche del lavoro. «Con 118mila occupati Bari è la prima città nel Mezzogiorno e la nona in Italia per livelli di occupazione, con un tasso di crescita superiore al 4% dal 2019 al 2023. Molte aziende investono qui, ma nonostante questi risultati positivi – sottolinea Leccese - le donne over 35 e gli uomini over 45 riscontrano maggiori difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro. E dobbiamo pensare soprattutto a queste fasce».
Altro tema caldo la sicurezza con due passaggi chiave: rilancio dell’esperienza dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità e il rafforzamento dei presidi della polizia locale dei quartieri, orientandoli nella forma di una «polizia di comunità».