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Bifest, l’ultima lite sui marchi del festival: «Laudadio li ceda o cambiamo nome»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bifest, l’ultima lite sui marchi del festival: «Laudadio li ceda o cambiamo nome»

Il festival del cinema di Bari continuerà a chiamarsi Bifest se e solo se entro fine anno l’ex direttore Felice Laudadio cederà alla Apulia Film Commission il marchio e i relativi domini web

Mercoledì 09 Ottobre 2024, 12:24

BARI - Il festival del cinema di Bari continuerà a chiamarsi Bifest se e solo se entro fine anno l’ex direttore Felice Laudadio cederà alla Apulia Film Commission il marchio e i relativi domini web. La Regione alla fine ha ceduto alla richiesta, ma non fino in fondo: nella delibera con cui ha affidato a Film Commission l’organizzazione della sagra (nominando direttore fino al 2027, come anticipato dalla «Gazzetta», il giornalista e critico cinematografico Oscar Iarussi), ha infatti fissato in 93mila euro la somma che è disponibile a corrispondere per il marchio.

Laudadio ha chiesto 120mila euro. Afc ha commissionato una perizia a uno dei principali studi professionali in materia di proprietà intellettuale, che ha valutato il marchio «Bifest» in una forchetta che va dai 70 ai 93mila euro. E alla fine la Regione, per chiudere la partita e nonostante l’opinione contraria di alcuni dirigenti (secondo cui quel marchio vale zero), ha accettato di corrispondere la somma corrispondente al valore massimo della perizia.

In effetti il Bifest non è il festival di Venezia o quello di Cannes. E in altri casi (la serata di Polignano dedicata a Domenico Modugno), a fronte del mancato accordo con i promotori e volendo ugualmente confermare la manifestazione, la Regione ha semplicemente cambiato il nome. Ma per il «Bari International Film & Tv Festival» («spesso citato come “Bifest”») si usano da sempre ben altre cautele, anche se la pazienza è finita: è dal 2019 che il marchio doveva essere ceduto alla Regione. E dunque, se l’offerta dei 93mila euro non verrà accettata, già dal prossimo anno (per l’edizione di marzo) si passerà semplicemente a chiamarlo «Festival del cinema di Bari».

Resta il problema dei soldi. Il milione di euro necessario a garantire l’organizzazione sarà «a valere sulle risorse già nella disponibilità del Dipartimento e comunque inquadrate nell’ambito della programmazione unitaria 2021-2027», ovvero dovrà essere prelevato dai fondi che finanziano Cultura e Turismo (la misura 6.8 del Poc). I finanziamenti per il Bifest arriveranno praticamente dal budget di Pugliapromozione, e verranno inseriti in una delibera di dettaglio che individuerà le risorse da destinare a tutti i festival cinematografici in cui, però, il festival di Bari avrà la priorità.

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