Sabato 06 Settembre 2025 | 15:59

Ragazza uccisa a Molfetta, ecco il perché della sparatoria: nel 2017 il killer 21enne fu pestato e deriso da Eugenio Palermiti

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Ragazza uccisa a Molfetta, tra il 21enne fermato e Eugenio Palermiti c'erano vecchi dissapori

Da sinistra Francesco Giannella, Roberto Rossi, Federico Perrone Capano

Michele Lavopa ha dichiarato di essere stato picchiato durante un litigio tra minori per questioni sentimentali: il video diventò virale sui social e da allora il fermato avrebbe covato rancore

Lunedì 23 Settembre 2024, 12:29

12:36

MOLFETTA - Una vecchia ruggine, risalente a circa 7 anni fa, sarebbe la causa scatenante del violento litigio culminato a colpi di arma da fuoco che, nella notte tra sabato e domenica nella discoteca Bahia di Molfetta, ha causato la morte della 19enne barese Antonella Lopez e il ferimento di altre quattro persone, tra le quali il figlio del boss di Japigia Eugenio Palermiti, ritenuto il vero bersaglio dei proiettili. La ricostruzione dei fatti, la dinamica del litigio prima e la reazione con una pistola (non ancora ritrovata) poi, per il momento sono affidate alle parole del presunto sparatore, il 21enne Michele Lavopa. Ieri sera 22 settembre, portato in caserma perché sospettato del delitto, ha confessato, raccontando i dettagli della vicenda.
Ha spiegato che anni fa, quando era poco più che un adolescente, fu vittima di un pestaggio nato durante un litigio tra minorenni per questioni legate a relazioni sentimentali. Il video del pestaggio diventò poi virale sui social e nelle chat e da allora Lavopa - ha raccontato agli inquirenti - avrebbe covato rancore nei confronti del giovane Palermiti. Quando sabato sera, mentre era nella discoteca di Molfetta con una decina di amici, è arrivato Palermiti con un altro gruppo di persone, tra cui la vittima, ci sarebbe stato uno scambio di "provocazioni", con riferimento proprio a quella vecchia vicenda, e Lavopa avrebbe reagito "sparando nel mucchio" hanno spiegato gli inquirenti, colpendo con 7 proiettili cinque persone e uccidendone una. "Una vittima innocente" hanno precisato il procuratore aggiunto Francesco Giannella e il sostituto della Dda che coordina le indagini dei carabinieri Federico Perrone Capano. 
Al di là della ricostruzione esatta dei fatti, che le indagini dovranno accertare, con riferimento al ruolo di ciascuno dei protagonisti della vicenda e alle rispettive responsabilità, "all'indomani di questa tragedia ci sono tante cose su cui riflettere, a partire dalla facilità con cui si introducono armi in questi locali e quindi sulla necessità di capire creare le condizioni di una maggiore sicurezza, ma su questo serve la collaborazione dei gestori dei locali" ha detto Giannella.
"Poi c'è da farsi domande - ha continuato - sulle ragioni per le quali i giovani usano questi territori per affermare la propria caratura criminale". "Monitoriamo episodi di questo tipo da almeno due anni - ha aggiunto il pm Perrone Capano - e l'aspetto inquietante è che i giovani rampolli delle casate criminali hanno individuato le discoteche per dimostrazioni di forza".
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