Sabato 06 Settembre 2025 | 20:39

Lite con la pistola in discoteca a Molfetta tra rampolli dei clan, la 19enne uccisa ha fatto da scudo al fidanzato

 
Matteo Diamante e Luca Natile

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Matteo Diamante e Luca Natile

I rampolli dei clan con le pistole Lite in discoteca, uccisa 19enne

Le indagini dei carabinieri anche su un precedente episodio in un locale di Giovinazzo. Eseguiti alcuni esami su possibili sospetti. L'ipotesi della spedizione punitiva per vendicare uno sgarro

Lunedì 23 Settembre 2024, 06:15

MOLFETTA - Morire a 19 anni, su una pista da ballo, colpita al collo da un proiettile destinato quasi certamente ad uno dei sui amici. Antonella Lopez ieri mattina alle 2,45 si trovava con una comitiva di ragazzi baresi dei quartieri San Girolamo e Japigia al Bahia Beach Club di Molfetta, sulla litoranea per Giovinazzo a Prima Cala.

Secondo una prima e parziale ricostruzione elaborata dai Carabinieri la piccola comitiva aveva già fatto tappa al Mamas Beach di Giovinazzo dove due gruppi di ragazzi si erano presi a bottigliate. Da lì il trasferimento al Bahia, locale frequentato da giovanissimi ma anche da adulti e famiglie con figli al seguito per via della presenza di una pizzeria.

Antonella Lopez lavorava in un bar trascorreva le sue serate con gli amici e non aveva nessuna colpa. Quando è scoppiato l’inferno era in pista e si è trovata sulla traiettoria di uno dei sei proiettili esplosi a distanza ravvicinata all’indirizzo del suo gruppo. Dicono che abbia cercato di fare scudo istintivamente al suo fidanzato, e che questo potrebbe essergli costato la vita.

Nel gruppo di baresi c’era anche Eugenio Palermiti, nipote del «mammasantissima di Japigia» che porta il suo steso nome. Il 20enne risulta incensurato ma è noto alla cronaca per aver aggredito l’ex fidanzata dopo aver fatto irruzione nella sua scuola. Nel gruppo anche Francesco Crudele, nipote di una vittima di un agguato compiuto nel 2009. I due non risultano coinvolti in attività criminose. Una fedina penale pulita (se si fa eccezione per alcune segnalazioni di polizia per reati minori) anche per gli altri giovani componenti della comitiva, alcuni anche minorenni.

Quando il crepitio dei colpi ha cominciato a riempire l’aria, dopo una lite tra il gruppo della quale facevano parte la ragazza e Palermiti, è successo il parapiglia. I presenti hanno cominciato a correre in tutte le direzioni per evitare le pallottole che hanno raggiunto quattro bersagli più la povera Antonella. Il suo corpo si è afflosciato come fosse inanimato in una pozza di sangue.

La pallottola l’ha colpita alla clavicola, recidendole l’arteria giugulare. La disperazione dei suoi amici, le urla, le imprecazioni, i lamenti per il dolore degli altri feriti mentre gli altri ragazzi che erano nella discoteca assistevano attoniti. Non tutti si sono resi conto di quello che stava accadendo sotto i loro occhi. Gli aggressori e l’autore della sparatoria sono usciti di corsa dal locale. Poi i primi soccorsi, l’arrivo del 118 e quello dei Carabinieri. Ogni tentativo di aiutare Antonella Lopez risultato vano.

Uno dei feriti è stato ricoverato a Molfetta, gli altri al Policlinico, dove il giovane Palermiti ha sfogato la rabbia e la disperazione su due computer. Due (tra cui Palermiti) si trovano nel reparto di Ortopedia, l’altro in Chirurgia plastica del Policlinico: le loro condizioni non sono gravi. Uno ha riportato la frattura di un gomito, un altro ha problemi ad un ginocchio dovuti alla probabile presenza di frammenti di un proiettile mentre il terzo ha una ferita a un avanbraccio.

La giovane vittima era nipote di Ivan Lopez, morto in un agguato compiuto sul lungomare IX maggio di Bari, nel rione San Girolamo, il 29 settembre 2021. Il delitto fu compiuto - secondo l’accusa - da uomini che agirono per conto del clan mafioso Capriati di Bari vecchia e del clan Parisi-Palermiti del quartiere Japigia, in lotta con gli Strisciuglio che avevano il predominio al San Paolo e San Girolamo. Per l’omicidio di Ivan Lopez sono a giudizio Davide Lepore, 30 anni, secondo l’accusa autore materiale del delitto e Giovanni Didonna, 28 anni, suo complice. I due rispondono di omicidio pluriaggravato in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso.

Lopez, secondo gli inquirenti, sarebbe stato ucciso per ritorsione perché, insieme con suo fratello Francesco (ora collaboratore di giustizia), avrebbe compiuto delle estorsioni nei confronti di Lepore, titolare di alcune autorimesse di Bari e vicino al clan Capriati della città vecchia (e, in precedenza, al clan Parisi-Palermiti). I fratelli Lopez, invece, lo ripetiamo erano esponenti del clan Strisciuglio.

Quale sia il movente dell’agguato ieri mattina nella discoteca di Molfetta è presto per dirlo. La Dda di Bari, guidata dal procuratore aggiunto Francesco Giannella, ha avviato le indagini affidate ai carabinieri, che hanno ascoltando molti dei ragazzi presenti nel locale.

Nella giornata di domenica sarebbero stati eseguiti alcuni stub, il tampone che raccoglie tracce di polvere da sparo sui vestiti e sul corpo. Una circostanza sembra chiara: si è trattato di un regolamento di conti. E forse c’entra qualcosa un fatto accaduto in precedenza. A quanto pare il giovane Palermiti, nei giorni scorsi, avrebbe litigato e tentato di spaventare qualcuno in un posto dove la presenza dei Palermiti non è tollerata.

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