Domenica 07 Settembre 2025 | 05:12

Altamura locomotiva economica nella superba vallata del pane

 
federico pirro

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federico pirro

Altamura locomotiva economica nella superba vallata del pane

Vaste le coltivazioni cerealicole per colossi industriali e floride aziende piccole e medie. La Dop ha rilanciato negli ultimi 20 anni un bene alimentare di tradizione

Domenica 01 Settembre 2024, 10:26

Altamura, Comune di circa 70mila abitanti della Città metropolitana di Bari, localizzata sull’altopiano della Murgia al confine con la Basilicata, è famosa non solo per il parco delle ‘orme dei dinosauri’, per imponenti monumenti civili e religiosi e per la fierezza degli abitanti che con il loro lavoro hanno «spietrato» la Murgia rendendola fertile, ma anche e soprattutto per essere divenuta nel corso degli anni capitale italiana dell’industria molitoria.

Sono infatti in esercizio nell’area che vanta vastissime coltivazioni cerealicole impianti di medie e grandi industrie molitorie e pastarie nazionali come Barilla e Casillo, cui si affiancano aziende locali del settore come Loiudice (133), Mininni (92,5), CDP-Loizzo (57,3), Martimucci (34,6), Ca.me.ma (6,7), i cui fatturati in milioni nel 2022 sono stati riportati fra parentesi.

Altamura inoltre - in cui, è opportuno rilevarlo, sono attive anche altre Pmi enologiche, meccaniche, impiantistiche, chimiche, informatiche, di biomedicali e salottifici - è nota in Italia e in diversi Paesi esteri anche per il suo pane «dop» di semola di grano duro che, grazie ad un rigoroso disciplinare, ha rilanciato nell’ultimo ventennio un bene alimentare e la sua preparazione che affondano le radici nelle più antiche tradizioni cittadine.

Siamo insomma nel cuore della «bread valley», la vallata del pane, ormai sempre più apprezzato come un prodotto gastronomico pregiato, dagli Stati Uniti al Giappone, e valorizzato da un Consorzio partecipato dagli stakeholder di una solida filiera cerealicola-molitoria-panificatrice- pastificatrice-mangimistica, logistica e impiantistica, dinamicamente presieduto da Lucia Forte, amministratrice delegata della Oropan, il più grande panificio industriale del Sud con i suoi 156 addetti diretti e 36,6, milioni di fatturato nel 2022.

La filiera è articolata in segmenti connessi, ed è estesa al vasto hinterland murgiano apulolucano, di cui la città è il centro economicamente più importante.

Volendo ora esaminarne alcuni numeri, diciamo subito che ci riferiamo a stime per difetto perché, ad esempio, non si dispone dei dati riguardanti almeno il valore delle produzioni dei due grandi impianti molitori della Barilla e del Gruppo Casillo che non hanno sede legale in loco. Tuttavia il fatto stesso che la prima azienda pastaria italiana e una food company di livello internazionale come il Gruppo Casillo siano presenti con proprie capacità di macinazione in città, ne evidenzia tutta l’importanza a livello nazionale in un comparto di cui, come detto in precedenza, Altamura è divenuta la capitale nazionale per il numero e le dimensioni dei molini che vi sono insediati. Al riguardo è interessante rilevare inoltre che nel settore dell’impiantistica molitoria è cresciuta in loco la Molitecnica Sud, che progetta, realizza, installa e manutiene macchine per molini, ormai esportate anch’esse in diversi Paesi esteri.

Se invece si considerano i fatturati delle maggiori imprese locali di stoccaggio e commercializzazione cerealicola e di mangimistica - Agriviesti (328,8), Cerealsud (143,6), CaporalCereali (54), CerealTrade (48,8), Meridiana Agri (43,1), i cui ricavi in milioni nel 2022 sono citati fra parentesi - osserviamo che il loro totale complessivo nel 2022 è ammontato a 678,7 milioni.

Questo dato tuttavia, già di per sé rilevante, è solo una sezione quantitativa della filiera prima indicata. Ad essa infatti bisognerebbe aggiungere i ricavi di circa 50 panifici artigianali presenti su Altamura, qualcuno dei quali però esporta anche su mercati esteri.

Ma pur aggiungendo i ricavi stimati dei panificatori, saremmo ancora lontani da una approssimazione attendibile del valore complessivo prodotto dalla filiera nell’insieme delle sue articolazioni, perché alla radice troviamo, com’è facilmente intuibile, i fatturati dei cerealicoltori, i detentori della materia prima che, come dicono gli economisti, è una soft commodity. Fatturati solo stimabili di anno in anno, a seconda delle variazioni del prezzo del grano duro, da porsi in relazione ai suoi andamenti per quantità e qualità.

Altamura inoltre è il cuore associativo di un neocostituito Distretto del grano duro che ha ottenuto il riconoscimento dalla Regione Puglia. A tale organismo consortile peraltro aderiscono anche imprese di altre province e qualcuna fuori regione, così come industrie molitorie e pastarie.

Ogni anno comunque si producono nell’area murgiana - di cui l’agro di Altamura è la maggiore piazzaforte cerealicola - fra le 200mila e le 250mila tonnellate di grano duro, i cui prezzi hanno oscillato nel 2023- 2024 su una media annua di 450 euro per tonnellata.

Se così fosse, saremmo intorno a poco più di 112 milioni che - aggiunti ai 678,7 prima richiamati, ai ricavi dei panifici e a quelli di altre aziende di trasporto, sementiere, di mangimi, di manutenzione impianti, delle banche per anticipi alle semine e alle intermediazioni commerciali, e di professionisti per consulenze varie agli operatori del comparto - costituirebbero un battente di circa 1,3 miliardi l’anno che rimane in ogni caso una stima prudenziale. Una cifra tuttavia di rilievo, che concorre insieme a quelle di altri settori e ai redditi della Pubblica amministrazione, a far si che Altamura sia, dopo Bari, il 2° Centro dell’intera Città metropolitana per entità di depositi bancari, secondo dati ufficiali della Banca d’Italia: depositi negli Istituti di credito, cui poi si aggiungono quelli postali, bot e cct non in gestione fiduciaria delle banche, allocazioni di risparmi in fondi di investimenti ed altre forme di risparmio: e un ruolo fondamentale assolve come grande attrattore locale di risparmi e promotore di impieghi la Banca Popolare di Puglia e Basilicata che ha il suo quartier generale nella città, una delle maggiori banche popolari d’Italia per massa di attivi, cui si affiancano in loco sportelli di altri istituti di credito.

La città dunque è uno dei motori dell’economia provinciale e regionale.

* CESDIM

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