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Voto di scambio alle comunali 2019: per Ferri e Dentamaro divieti revocati

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

Voto di scambio alle comunali 2019: per Ferri e Dentamaro divieti revocati

In carcere a ottobre 2022, da un anno liberi ma non potevano andare a Bari e Valenzano

Giovedì 25 Luglio 2024, 12:39

BARI - I fatti risalgono a più di cinque anni fa, la detenzione va avanti ormai da oltre un anno e mezzo, hanno sempre rispettato le prescrizioni e, non ultimo, non sono in programma imminenti elezioni. Sono le ragioni per le quali il Tribunale di Bari ha revocato la misura cautelare del divieto di dimora a Bari e Valenzano per Francesca Ferri e il compagno Filippo Dentamaro.

I due, lei ex consigliera comunale di Bari e lui imprenditore, sono imputati nel processo sulla presunta compravendita di voti alle elezioni amministrative di Bari (maggio 2019) e Valenzano (novembre 2019) con le accuse di di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale per la competizione barese (in concorso con l’ex consigliere regionale, imprenditore e presidente del Foggia Calcio Nicola Canonico) e di voto di scambio politico-mafioso per le amministrative di Valenzano, in concorso con il boss Salvatore Buscemi (a processo con rito abbreviato).

Per le elezioni di Bari - ritiene l’accusa - il ruolo di «garante» del presunto sistema di voto di scambio sarebbe stato affidato a Canonico, «burattinaio» lo hanno definito i pm, per aver ospitato a casa sua summit pre-elettorali per pianificare la strategia con la quale assicurare l’elezione di Francesca Ferri. Con la complicità del compagno della donna, l’imprenditore Dentamaro, i tre avrebbero organizzato il reclutamento di elettori, pagati dai 25 ai 50 euro, coinvolgendo alcuni «portatori di voti», cioè reclutatori di elettori, tutti imputati.

La mafia si sarebbe poi affacciata nelle elezioni di Valenzano, Comune già precedentemente sciolto per mafia. La coppia Ferri-Dentamaro si sarebbe adoperata per pilotare l’esito delle amministrative procurando a candidati amici i «voti della malavita», tramite il boss Buscemi.

L’ex consigliera e il compagno furono arrestati, con altre 17 persone, il 26 ottobre 2022. Dopo alcuni mesi in carcere, da inizio 2023 ai due sono stati concessi i domiciliari e da novembre 2023 hanno ottenuto la libertà con divieto di dimora nei due comuni teatro dei presunti reati: Bari e Valenzano. Ora i giudici, accogliendo le istanze delle difese degli imputati, hanno revocato anche l’ultima misura cautelare. «Considerato che l’apprezzabile arco temporale – si legge in uno dei due provvedimenti – pari a poco meno di due anni, trascorso in regime coercitivo, dapprima inframurario, poi domiciliare e infine applicativo del divieto di dimora, il puntuale rispetto delle relative prescrizioni, la risalenza dei fatti (collocati nel 2019) e l’oggettivo scompaginamento di quel protocollo antigiuridico dedito alla corruzione e allo scambio elettorale politico mafioso in occasione di elezioni amministrative riguardanti sia Valenzano che Bari, circostanza da valutare congiuntamente all’assenza di imminenti tornate elettorali, inducono il collegio a ritenere ormai cessata ogni esigenza cautelare in relazione ad una vicenda processuale che potrà essere definita, nel contraddittorio delle parti, nella sede processuale di merito».

Il processo, infatti, è ormai in corso, con le udienze dedicate alle questioni preliminari celebrate nei mesi scorsi e i primi testimoni che compariranno in aula a partire da ottobre, quando il dibattimento entrerà nel vivo.

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