CORATO - Il passaggio a livello di via Bagnatoio a Corato è stato oggetto di dibattito e tensioni per oltre due anni, diventando uno dei punti critici della circolazione cittadina. Una situazione evidenziata anche nell’ultimo consiglio comunale, nella fase delle interrogazioni dei preliminari di seduta, quando il consigliere Luigi Perrone ha parlato di un ennesimo episodio in cui, un’ambulanza è stata costretta a fermarsi dietro il passaggio a livello chiuso, senza poter soccorrere il residente che aveva chiesto aiuto.
«Sono venuto a conoscenza – ha esordito Perrone – che pochi giorni fa un uomo aveva chiamato il 118 per essere soccorso, ma giunta sul posto l’ambulanza, ha trovato il passaggio livello chiuso e per raggiungere la persona che aveva chiesto aiuto e per trasportarlo in ambulanza, i soccorritori hanno dovuto attraversare a piedi con la barella i binari, mettendo a rischio il loro operato oltre che quello della persona che aveva chiesto aiuto. Per evitare che queste cose possano ancora succedere e soprattutto per dare un’alternativa ai residenti, si chiede che vengano attuate le soluzioni più urgenti per la creazione di una rapida alternativa per dare uno sbocco a via Bagnatoio su via Don Minzoni e quindi con il relativo accesso per il centro cittadino oltre che per il vicino Ospedale».
Una situazione che sta causando notevoli disagi per i residenti, bloccati dietro le sbarre con attese prolungate e problematiche di sicurezza evidenti, per i passaggi dei treni quasi sempre in forte ritardo.
La risposta all’interrogazione è arrivata dal sindaco Corrado De Benedittis. «Nei giorni scorsi, e ci ritorneremo questa settimana, siamo stati in Regione Puglia per sollecitare un intervento risolutivo per far partire l’iter per la realizzazione di una valida alternativa per superare la questione della chiusura prolungata del passaggio a livello di via Bagnatoio. Ma aldilà di questo impegno risolutivo, proprio per simili emergenze la Ferrotranviaria ha posto nei pressi delle sbarre un pulsante che avvisa la centrale della Ferrotranviaria di una richiesta di soccorso, visibile anche dalle telecamere poste sul luogo, e alza le sbarre per permettere il passaggio dei veicoli di soccorso, dopo aver fatto fermare il treno. Naturalmente questo segnale se usato impropriamente, solo per evitare le lunghe soste dietro le sbarre, porta il trasgressore a conseguenze civili e penali per un procurato allarme».
Già da marzo scorso la Giunta Comunale deliberò favorevolmente su un progetto, presentato dalla Ferrotranviaria, che porterebbe alla soppressione del passaggio a livello, creando una strada alternativa da via Bagnatoio a viale delle Azalee, e successivamente anche la strada che proseguirà da viale Giardino fino a via Lago Baione, in pratica con una strada ubicata alle spalle della stazione ferroviaria di Corato Sud e che porta nel centro urbano verso via Don Minzoni oltre al vicino Ospedale Umberto I°.
«La chiusura definitiva del passaggio a livello – si legge nella delibera - avendo rilevanti ripercussioni sull’accessibilità alle aree viciniore, ha fatto emergere la necessità di individuare percorsi alternativi che consentano il raggiungimento delle zone poste oltre la ferrovia».
I tecnici della Ferrotranviaria avevano proposto al Comune tre soluzioni, con la scelta caduta sulla prima ipotesi quella che dovrebbe vedere la realizzazione di una nuova strada di circa 500 metri che collegherà via delle Azalee con via Bagnatoio. Una arteria stradale promiscua con dei marciapiedi laterali, due corsie di marcia per le auto ed una pista ciclabile fisicamente separata dalle corsie riservate ai veicoli a motore mediante un cordolo invalicabile largo 50 centimetri.
Mentre l’amministrazione comunale e la Ferrotranviaria si impegnano per trovare soluzioni a lungo termine, i residenti di via Bagnatoio continuano a vivere un’odissea quotidiana. L’episodio dell’ambulanza bloccata rappresenta solo l’ultimo di una serie di disagi che mettono in pericolo la sicurezza e la qualità della vita nella zona. La promessa di un percorso alternativo porta un barlume di speranza, ma i tempi di realizzazione stimati in almeno dodici mesi richiedono pazienza e resilienza da parte della comunità. Nel frattempo, è essenziale che le autorità locali e regionali accelerino l’iter burocratico e garantiscano che gli interventi promessi siano realizzati senza ulteriori ritardi. La sicurezza dei residenti e l’efficienza dei servizi di emergenza devono essere prioritari.