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Bari, veleni sul voto di scambio: la denuncia di Laforgia

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Bari, veleni sul voto di scambio: la denuncia di Laforgia

Il penalista: «Abbiamo ricevuto segnalazioni circostanziate»

Mercoledì 19 Giugno 2024, 11:24

18:56

BARI - A quattro giorni dal ballottaggio si surriscalda l’atmosfera politica in città e tornano veleni e indiscrezioni su fatti che riguarderebbero episodi di voto di scambio. Michele Laforgia, candidato sindaco di 5S e vendoliani, conferma alla «Gazzetta» di aver sporto denuncia «dopo una serie di segnalazioni circostanziate». Il penalista, raggiunto, mentre sta rientrando da Roma, è lapidario: «I protagonisti? Come è ovvio, non posso aggiungere nulla. Rilevo che non è scomparsa a Bari la corruzione elettorale. Ne abbiamo vista meno del solito, ma era un illuso chi immaginava che potesse finire tutto come se ci fosse una bacchetta magica».

Laforgia aveva già sottolineato questa vicenda intervenendo con Vito Leccese nell’appuntamento di lunedì all’Officina degli esordi. In quella sede il candidato sindaco del centrosinistra aveva chiosato la vicenda con queste parole: «Non voglio dire che forse siamo riusciti a sconfiggere il voto di scambio – aveva specificato – perché sembrerebbe un sogno, però devo dire che questa volta le elezioni, almeno fino a questo momento, stanno andando così, anche se so che parte del centrodestra si sta organizzando nei quartieri popolari in modo non proprio trasparente. Però devo dire per quanto riguarda il primo turno, almeno io, non ho avuto sentore di episodi di voto di scambio». Di diverso avviso è Laforgia, che ha quindi denunciato episodi discutibili.

Ieri c'è stato anche, riferiscono fonti del centrosinistra, un confronto sulla questione tra Leccese e il candidato del centrodestra Fabio Romito. L’ex deputato ha fatto riferimento a modalità discutibili rilevate nella campagna elettorale, senza però indicare fatti specifici.

La querelle sul voto di scambio a Bari è stata una sorta di filo rosso dalla fine dello scorso febbraio, dopo gli arresti di esponenti del centrosinistra nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, che ha portato anche al commissariamento di una società partecipata dal Comune. A seguito di queste vicende il ministero dell’Interno ha inviato in città gli ispettori per verificare eventuali infiltrazioni nelle istituzioni da parte dei tentacoli delle organizzazioni criminali.

Nella campagna elettorale tra maggio e giugno i candidati sindaci Laforgia, Leccese e Romito hanno affrontato la questione legalità specificando che avrebbero elevato l’asticella dei controlli, mentre nuove polemiche sono scaturite da un attacco lanciato il 4 giugno dal sindaco Antonio Decaro contro il centrodestra, durante il comizio tenuto con Elly Schlein in Via Sparano.

Marcello Gemmato, sottosegretario di Fdi e leader dei meloniani pugliesi, si è soffermato sulle inchieste nell’ambito di una intervista alla «Gazzetta» nei giorni scorsi, chiarendo che «Bari ha visto il commissariamento dell’Amtab per infiltrazioni mafiose e 130 arresti legati ai rapporti tra politici e mafia». L’esponente del governo Meloni ha mostrato anche sorpresa per lo scarso riscontro registrato su questi temi nell’elettorato barese: «I potenti strumenti della comunicazione social hanno nascosto sotto il tappeto digitale centinaia di pagine di inchieste sulle collusioni tra cattiva politica e clan. Il compito di un centrodestra coeso è quello di restituire ai cittadini la fiducia nella politica, tracciando un solco invalicabile tra istituzioni e malaffare».

Ora, a quattro giorni dal voto, tornano sulla scena veleni e denunce che potrebbero segnare la parte finale della campagna elettorale barese con nuove ombre, mentre domani sarà in città la leader del Pd Elly Schlein, per una manifestazione a Largo Albicocca a sostegno di Leccese. 

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