BARI - Torna libero dopo tre settimane trascorse in cella il pregiudicato 47enne Giovanni Belviso, finito in carcere il 17 maggio scorso per estorsione aggravata e usura nei confronti del titolare di una salumeria in via Fanelli. Il Tribunale del Riesame, accogliendo il ricorso della difesa, l’avvocato Nicola Quaranta, ha revocato la misura cautelare per mancanza di gravi indizi.
Belviso era stato arrestato in flagranza dalla squadra mobile con l’accusa di aver sottoposto per sei mesi la vittima alla minaccia di ritorsioni se non avesse onorato il debito contratto a novembre 2023: 700 euro a fronte dei quali l’aguzzino avrebbe preteso la restituzione di 7mila euro.
Il commerciante - stando al suo racconto - all’inizio di novembre dello scorso anno aveva ricevuto una cartella esattoriale di 3mila euro. Non avendo liquidità disponibile e non potendo rivolgersi ad una banca, non avrebbe avuto altra scelta che chiedere aiuto a Belviso, conosciuto nel quartiere come un «prestasoldi». L’accordo per restituite il prestito iniziale di 700 euro era quello di consegnare entro 15 giorni 1500 euro, quindi 800 euro in più a titolo di interessi. A dicembre, però, il commerciante, non riuscendo a pagare l’intero importo, avrebbe consegnato solo 500 euro. In poche settimane le pretese di interessi sul prestito avrebbe fatto schizzare il dovuto di migliaia di euro. L’aguzzino avrebbe chiesto 300 euro per ogni settimana di ritardo, poi rinegoziati in 250 euro a settimana per 25 settimane: quindi un totale di oltre 6mila euro.
Per alcuni mesi il commerciante sarebbe riuscito a pagare quasi tutte le rate (circa 3mila euro in totale) ma a inizio maggio, con il debito ancora in buona parte da rendere, le minacce sarebbe aumentate e anche la paura della vittima di subire ritorsioni.
Un giorno Belviso lo avrebbe fermato per strada afferrandolo per la giacca e strattonandolo; in un’altra occasione lo avrebbe chiamato ripetutamente per poi presentarsi al negozio pretendendo pagamenti immediati, trattando il commerciante «come un bancomat» si legge negli atti, oltre ad appropriarsi senza pagare di numerosi prodotti alimentari. «Se entro stasera non mi dai almeno 300 euro ti rompo la testa e tutti i denti» gli avrebbe detto. Una situazione che aveva fatto precipitare la vittima in una condizione di paura tale da arrivare a pensare di farla finita. Di qui, prima di lasciarsi andare ad un gesto estremo, la decisione di tentare la strada della giustizia, rinvolgendosi alle forze dell’ordine. Il 47enne è stato arrestato qualche giorno dopo la denuncia e dopo 20 giorni è stato scarcerato.