BARI - «Ciao papà,..è successo un casino». Si chiama «smishing» ( o phishing tramite sms letteralmente «pescare» in lingua inglese) ed è la nuova truffa telefonica che utilizza messaggi di testo e sistemi di messaggistica (compresi quelli delle piattaforme social media) per ingannare la vittima designata.
«Ciao papà,..è successo un casino» è questo l’esordio di una conversazione sulla chat privata di WhatsApp, intrattenuta dall’anziano proprietario di una attività commerciale che ha sede in centro a Bari e colei che credeva essere sua figlia. La ragazza ha preso il suo posto in negozio e contatta il genitore, oramai in pensione, con una certa frequenza anche utilizzando la messaggistica telefonica. Quando è arrivato il primo messaggio, sebbene proveniente da un numero sconosciuto, l’uomo ha creduto di riconoscere subito il tono confidenziale della figlia e ha risposto, chiedendo cosa le fosse accaduto. La risposta: «Ti spiego, siamo andati in un bar ed io ho dimenticato il mio cellulare sul tavolo. Me ne sono accorta all’uscita, siamo tornati subito indietro e non c’era già più. Ho perso tutto, l’accesso ai conti, email, documenti. Una serata che si è trasformata in un infermo che non ti dico!!!! Dopo andrò a fare la de nuncia ora, intanto sto cercando di risolvere una questione importante che per colpa di questo telefono mi ha fatto crollare il mondo addosso.»
L’anziano, preoccupato, dopo un po’ sollecita la figlia a tornare ancora nel bar per un nuovo controllo. «Ho già presentato denuncia - è scritto nel messaggio di risposta - e fatto bloccare tutto. Stavo configurando il mio nuovo telefono e ci ho messo un po’ a trasferire tutti i miei vecchi file che avevo salvato in cloud, purtroppo in quello vecchio è rimasto praticamente tutto, foto, video, documenti eccetera. A questo proposito se hai delle nostre foto mandamele.»
«Dopo a casa te le faccio trasferire tutte» replica l’anziano che non sospetta minimamente di parlare con un estraneo. Arriva l’affondo finale. «Papà tu ora sei a casa? Ti posso chiedere se mi riesci ad aiutare con una cosa urgente? Devo pagare urgentemente una fattura e non riesco ad accedere all'applicazione della mia banca in quanto è stata bloccata per 24h per motivi di sicurezza. Per caso riusciresti ad anticiparmi la somma? Te li rimanderei sul tuo conto domani stesso. Te ne sarei davvero grata. È una vecchia fattura per un danno che ho fatto un anno fa e non mi permettono di ritardare il pagamento. Se non lo pago la bolletta aumenterà.»
L’anziano genitore chiede l’importo e arrivano i dettagli della fattura e le istruzioni per il pagamento «Intestatario: Bma. Iban: IT05C030326689o....Causale: il mio nome. Importo € 3871,2. Opzione del bonifico: bonifico istantaneo. Hai tempo per andare in banca oppure puoi farlo online».
Il destinatario si insospettisce. Intuisce che qualche cosa non va in quella conversazione e scrive «Ho bisogno di parlarti in presenza». La risposta, giunge ancora una volta via WhatsApp ed è la seguente «Vieni in negozio». Il truffatore evidentemente conosce la vittima e quando si rende conto che non abbocca, non insiste e fissa un appuntamento. Quando l’anziano raggiunge la figlia in negozio scopre che dall’altro capo della cornetta, in quella chat, non c’era lei. Qualcuno ha tentato di truffarlo. Qualcuno ha il suo numero di telefono. Rimugina sul pericolo corso e decide di chiedere assistenza legale e segnalare la conversazione all’associazione culturale «Gens Nova odv» presieduta dall’avvocato Antonio Maria La Scala. Si tratta di una Onlus che da più di 20 anni è impegnata nella diffusione della cultura della legalità e nella tutela delle vittime di abusi, violenze e altro genere di reati. La percentuale più alta di frodi avviene oggi attraverso Internet, sempre più popolato anche di over 65, soglia di ingresso nella terza età.