Sabato 06 Settembre 2025 | 11:29

Inchieste Bari: no al ricorso, i Pisicchio restano ai domiciliari

 
massimiliano scagliarini

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massimiliano scagliarini

Inchieste Bari: no al ricorso, i Pisicchio restano ai domiciliari

L’interrogatorio di Enzo: tre ore davanti al pm Pinto per provare a spiegare i suoi rapporti con gli imprenditori. Il verbale è stato secretato

Venerdì 03 Maggio 2024, 07:00

BARI - I fratelli Alfonsino ed Enzo Pisicchio devono rimanere agli arresti domiciliari, anche loro - come già Sandrino Cataldo, coinvolto in un’altra delle inchieste baresi che lambiscono la politica - almeno fino alle elezioni. Il Tribunale del Riesame ha rigettato i ricorsi contro l’ordinanza che il 10 aprile ha posto ai domiciliari l’ex assessore regionale all’Urbanistica, 63 anni, e il fratello ritenuto suo deus ex machina, accusati di concorso in corruzione e turbativa d’asta per un appalto del Comune di Bari. Entrambi chiedevano un’attenuazione delle misure cautelari, ma per la Procura di Bari il «metodo Pisicchio» - posti di lavoro in cambio di appalti - poteva ripetersi in occasione delle imminenti Comunali.

Il ricorso di Enzo, 60 anni, è stato discusso ieri mattina. Il minore dei fratelli arrestati è poi stato sentito per tre ore dal pm Claudio Pinto. Un lungo interrogatorio investigativo in cui Pisicchio (assistito dal professor Vito Mormando e dall’avvocato Francesco Paolo Sisto, cugino omonimo del viceministro) ha provato a raccontare la sua versione dei fatti parlando - in particolare - dei rapporti con gli imprenditori che gli vengono contestati nelle indagini della Finanza. L’uomo, dirigente della Leonardo, è infatti accusato di aver fatto da tramite tra alcune imprese e le pubbliche amministrazioni (Comune e Regioni), sfruttando il peso politico e le conoscenze del fratello, per favorire l’assegnazione di appalti e finanziamenti. Nelle perquisizioni del 2021 a Enzo Pisicchio sono stati trovati 65mila euro in contanti, sul balcone, in una busta di plastica: soldi che la Procura ritiene profitto del reato di corruzione, insieme ai favori e alle altre utilità che avrebbe ottenuto dall’imprenditore barlettano Giovanni Riefoli (pure lui ai domiciliari).

Nell’udienza davanti al Riesame l’accusa ha depositato una informativa della Finanza che ricostruisce l’attività politica svolta da febbraio dal fratello Alfonsino, fino al momento dell’arresto. La Procura ha valorizzato la circostanza in base a cui Enzo risulta legale rappresentante di due movimenti politici, e dunque condividerebbe l’interesse elettorale con il fratello. Ma per la difesa si tratta di circostanze irrilevanti, perché

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