BARI - Dopo 34 anni chiude i battenti la storica edicola di Largo Ciaia a Bari, punto di riferimento per il quartiere San Pasquale (ma non solo), da oggi definitivamente chiusa. No, non è un pesce d'aprile ma l'ennesima saracinesca abbassata come tante, tantissime altre in una città sempre più puntellata da chioschi senza vita che i vincoli di destinazione d’uso impediscono di impiegare per altro.
«Al tempo del Covid le istituzioni avevano dedicato alle edicole due lettere maiuscole: la “N” di necessarie e la “E” di essenziali. Poteva essere l’inizio di qualcosa di nuovo ma poi, come era prevedibile, si sono dimenticati di noi». Non nasconde l’amarezza Francesco Sforza titolare della storica edicola.
Durante l’ultimo giorno di lavoro tanti clienti si sono affacciati per un saluto e, magari, per l’acquisto di un’ultima, simbolica, copia di giornale. L’affetto, però, non basta.
«Chiudo - spiega Sforza - per un insieme di situazioni negative. Gli imprenditori non sono interessati al rilancio del prodotto attraverso di noi, i lettori sono sempre meno, le istituzioni latitano . La verità - conclude - è che non si vuole salvare la carta. Il risultato, purtroppo, è questo».
Il quartiere perde così un altro riferimento. Lo perde chi acquista il giornale, chi compra il biglietto del pullman (Largo Ciaia è uno snodo essenziale), chi si fa spedire un pacco, chi semplicemente si affaccia per una informazione.
Le edicole come presidio di una prossimità in via di estinzione. Può sembrare un problema di settore, è una sconfitta per la comunità intera.