LOCOROTONDO - A Katana sta per nascere una clinica progettata a Locorotondo. Un piccolo ospedale con attrezzature moderne che servirà a lenire le sofferenze di un popolo. Katana si trova in Congo, nel sud est del Paese, in una zona estremamente povera e ancora martoriata dagli strascichi di terribili guerre civili. Dodici anni fa da Locorotondo, direzione Congo, partì Antonella Scatigna che di mestiere fa la ristoratrice in uno dei più noti locali della Valle d’Itria. «Partii da sola - racconta - e fui ospitata dall’orfanotrofio Alama Ya Kitumaini che in italiano significa “Segno di speranza”. Condividere le mie giornate con i bambini dell’orfanotrofio ha completamente cambiato le mie priorità. Veder soffrire piccoli innocenti per cause per noi impensabili, come la mancanza di cibo o di medicine, è un’esperienza che non si dimentica facilmente».
Quel viaggio ha segnato la sua vita e di riflesso quella di centinaia di bambini ospiti dell’orfanotrofio di Katana. Grazie all’impegno di “mamma Antonella”, così come la chiamano i piccoli del villaggio, sono stati raccolti i fondi per restituire la dignità a tante famiglie congolesi.
Scatigna è tenace: durante tutto l’anno organizza eventi e cene di beneficenza e destina parte dei proventi del suo ristorante per il progetto “Mani unite per il Congo”, da lei voluto e portato avanti nell’ultimo decennio. Una generazione di bimbi cresciuta nell’orfanotrofio congolese di Katana ha visto migliorare sensibilmente le proprie condizioni di vita grazie al costante sostegno economico, alla costruzione di una scuola, di un refettorio e di un parco giochi in sicurezza.
Un episodio ha però convinto mamma Antonella e i sostenitori del progetto a fare un ulteriore passo in avanti. Quattro anni fa la morte di un piccolo ospite dell’orfanotrofio scosse le coscienze. Da quelle parti anche un banale virus o una ferita non curata possono diventare letali. Da qui l’idea di costruire una clinica al servizio dell’intero villaggio. Detto fatto: nei giorni scorsi Antonella Scatigna è volata in Congo per dare ufficialmente avvio ai lavori. Il progetto, con la fondamentale collaborazione di Mauro Farina e Paola de Mauro, è stato sostenuto grazie a una raccolta fondi promossa da Intesa San Paolo e al contributo di centinaia di locorotondesi che credono nelle solidarietà.
Suggestiva la cerimonia di posa della prima pietra, alla presenza della Madre generale delle suore Figlie di Maria Regina degli Apostoli di Bukavu e di tutti i bambini dell’orfanotrofio di Katana, primi beneficiari della futura clinica. Il rito del versamento del vino poi «ha onorato gli antenati perché possano anche loro godere della gioia di noi viventi».
In questi giorni decine di operai sono al lavoro per edificare la struttura: «Ormai - rivela Antonella Scatigna - abbiamo imparato dall’Africa che non dobbiamo fermarci mai e niente ci spaventa. Ci sarà tanto da lavorare ma confido nella grande volontà di migliaia di persone in Italia che come me hanno donato qualcosa, Dietro questo progetto c’è il sacrificio di tanti, uniti dallo stesso desiderio di vedere la clinica di Katana terminata. Non servirà solo per i piccoli dell’orfanotrofio ma sarà al servizio di quanti ne avranno bisogno».