BARI - Movida fuori legge, almeno per qualcuno. Da un lato la musica oltre mezzanotte nei locali del centro, dall’altro la capienza massima dei locali da ballo che a volte non verrebbe rispettata. E così più di una volta la Polizia locale è dovuta intervenire per sanzionare le irregolarità.
Questa volta finisce in Tribunale, anzi in due (quello civile e quello amministrativo) la contesa tra la discoteca barese «Villa Rotondo» su corso Alcide De Gasperi e il Comune, relativa all’ordinanza di sospensione dell’attività per 45 giorni notificata alla società che gestisce il locale sulla via per Carbonara perché durante una festa - a novembre scorso - c’erano centinaia di ragazzi che ballavano, ben oltre - secondo gli agenti intervenuti - il numero autorizzato. Ma i gestori non ci stanno e impugnano la sanzione: davanti al Tribunale ordinario con una querela di falso dei verbali di accertamento delle irregolarità; davanti al Tar per ottenere l’annullamento dell’ordinanza di sospensione dell’attività. Bocce ferme, per il momento, in attesa che si definisca la questione. Il locale è rimasto aperto ma la battaglia non è finita e si è spostata nelle aule di giustizia.
LA SERATA DANZANTE CONTESTATA Il 12 novembre 2023, alle ore 1.20, una pattuglia di agenti della Polizia locale fece «visita» alla discoteca barese piombando nel bel mezzo di una serata danzante con due feste contemporaneamente in corso: una festa privata e una festa di laurea. La struttura è autorizzata per ospitare nell’area esterna fino a 150 persone e al piano rialzato fino a 146. Durante l’ispezione gli agenti avrebbero chiesto agli addetti alla sicurezza che spuntavano gli ingressi dei partecipanti le liste degli «invitati»: 8 liste per un totale di 320 nomi. All’interno della sala da ballo, gli agenti avrebbero effettuato poi un conteggio dei partecipanti usando un’applicazione conta persone installata nello smartphone di servizio della Polizia locale («non omologato e quindi improduttivo di effetti probatori» sostiene la difesa) che veniva interrotto alla 220esima unità. Poiché il numero dei partecipanti all’evento era di gran lunga superiore alla capienza massima consentita (146), sarebbe stata attrezzata l’area esterna per far spostare gli ospiti, con il posizionamento di diffusori acustici sul patio esterno del piano rialzato. La situazione, come accertato gli agenti, sarebbe però rimasta invariata, con centinaia di persone ancora ammassate dentro la discoteca. Situazione normalizzata solo a fine serata, alle 2.45.
L’ORDINANZA DI SOSPENSIONE DELL’ATTIVITA' Quindici giorni dopo è arrivata l’ordinanza di sospensione per 45 giorni. Immediato il primo ricorso al Tar, che il 14 dicembre ha accolto la domanda di sospensiva dell’ordinanza, rinviando il merito della questione ad altra udienza. Sono seguiti altri due ricorsi dinanzi al Tar (ancora non discussi nel merito) e infine, l’8 febbraio scorso, la causa si è spostata davanti al Tribunale ordinario perché il titolare di Villa Rotondo ha citato il Comune chiedendo di «accertare la falsità dell’atto pubblico», cioè del verbale di ispezione della serata danzante (l’udienza è fissata il 24 giugno). A questo punto il Tar ha deciso di non decidere, per il momento, e ha sospeso il giudizio in attesa del provvedimento del giudice civile sulla querela di falso.