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«Non ho mai conosciuto Olivieri, nessun ruolo in faida Japigia nel 2017»: a Bari interrogato boss Savino Parisi

 
Isabella Maselli

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Isabella Maselli

«Non ho mai conosciuto Olivieri, nessun ruolo in faida Japigia nel 2017»: a Bari interrogato boss Savino Parisi

Secondo quanto ha dichiarato, non avrebbe mai incontrato neanche il suocero, l'oncologo Vito Lorusso

Mercoledì 28 Febbraio 2024, 12:24

BARI - “Non ho mai incontrato né conosciuto l’avvocato Giacomo Olivieri o suo suocero, il medico Vito Lorusso, e non ho avuto alcun ruolo nella faida di Japigia del 2017, né nella gestione del clan negli ultimi anni”. Sono sostanzialmente queste le parole pronunciate dal boss Savino Parisi, ritenuto ancora oggi il capo indiscusso del gruppo mafioso del quartiere Japigia, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Alfredo Ferraro.

Savinuccio, assistito dagli avvocati Alessandra Cardinale e Rubio Di Ronzo, ha scelto di rispondere alle domande del gip e dei pm della Dda di Bari Fabio Buquicchio e Marco D’Agostino che hanno coordinato la maxi indagine sul presunto intreccio tra mafia, politica e mondo economico imprenditoriale della città. Nell’inchiesta, infatti, che due giorni fa ha portato all’arresto di 135 persone, è contestato anche il reato di voto di scambio politico mafioso. A beneficiare dei voti della malavita sarebbe stata la moglie dell’avvocato ed ex consigliere comunale Olivieri, Maria Carmen Lorusso, con il contributo anche del padre della donna, l’oncologo Vito Lorusso (Olivieri è in carcere e sarà interrogato domani, Lorusso madre e figlia sono agli arresti domiciliari).

Al boss Parisi gip e pm hanno chiesto dei suoi rapporti con Olivieri e Lorusso e il capo clan ha negato di conoscerli.

Si è dichiarato estraneo rispetto ai fatti che gli vengono contestati, facendo presente che per il suo ruolo di vertice dell’organizzazione mafiosa di Japigia è già stato giudicato e sta scontando una condanna, respingendo l’ipotesi che dal 2016 abbia continuato ad avere un ruolo nella gestione del gruppo criminale. Ha spiegato di aver appreso dai giornali le notizie della faida del 2017 (in cui in un sanguinario botta e risposta tra gruppi rivali furono uccise tre persone). Gli inquirenti e il giudice gli hanno chiesto anche della sua affiliazione alla ‘ndrangheta calabrese, ritenendo che il boss barese sia tuttora legato alla storica ‘ndrina della famiglia Bellocco di Rosarno, da sempre molto attiva nel narcotraffico, nel commercio di armi clandestine, nelle estorsioni e nel controllo delle attività commerciali e imprenditoriali nella Piana di Gioia Tauro in particolare a Rosarno e a San Ferdinando. Una circostanza ribadita da diversi collaboratori di giustizia, primo fra tutti l’ex braccio destro del boss Eugenio Palermiti, “socio” in affari di Parisi a Japigia (anche lui arrestato, il suo interrogatorio è previsto oggi), Domenico Milella. “Non posso continuare a fare l’imputato a vita – ha detto sostanzialmente il boss Savinuccio - per cose che dicono e fanno gli altri”.

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