BARI - «Ma quanto è bello andare in giro con le ali sotto ai piedi se hai una Vespa Special che ti toglie i problemi...» cantavano Cesare Cremonini e i Lunapop nel 1999. Sono trascorsi 25 anni e andare in giro con una Vespa Special è diventato quasi impossibile. La Vespa, infatti è una delle moto di fabbricazione italiana più gettonate dai ladri (ancora più ricercata se si tratta di una moto d’epoca) insieme ad altri due modelli dall'aspetto più moderno rispetto all'iconico stile della Vespa: il Beverly e il Liberty. Secondo un'analisi effettuata dall'Osservatorio di Viasat, i furti di moto e scooter in Italia stanno diventando sempre più frequenti, con un incremento su tutto il territorio nazionale, tra il 2022 e il 2023 che oscilla tra il + 15 e il +16%. Una piaga.
Ci sono alcune regioni, tuttavia, dove il rischio è maggiore, come Campania, Sicilia e Lazio. Nella «top ten», purtroppoo, c’è anche la Puglia. Sfortunatamente, solo meno del 40% viene risolto con il ritrovamento del mezzo. Il resto scompare nel nulla e viene venduto a pezzi in poche ore dopo il furto.
Nel computo generale dei reati, Bari con le sue 3.631,4 denunce ogni 100mila abitanti (44.416 totali) è nella top 29 delle province con il tasso di criminalità più alto. Al reato «furti di ciclomotori» nell’ultimo bilancio annuale sulla qualità della vita 2023, sotto la voce «totale denunce» viene associato il numero 166 (13,6 ogni 100mila abitanti) mentre i «furti di motocicli» denunciati sono stati ben 356 (29,1 ogni 100mila abitanti). Nell’anno precedente il numero dei «cinquantini» svaniti si è attestato a quota 154 (12,6 ogni 100mila abitanti), mentre quello delle moto a 243 (19,8 ogni 100mila). Facendo un salto indietro di altri 12 mesi, nel periodo in cui il Covid costringeva anche i ladri a mantenere il distanziamento sociale, le denunce per furti di ciclomotori sono state 125 (10 ogni 100mila abitanti,) e quelle di motocicli 272 (21,8).
Molti «cinquantini» e scooter non sono custoditi in garage ma lasciati per strada. Le cilindrate più piccole di solito vengono rubate per essere cannibalizzate, cioè fatte a pezzi e vendute al mercato nero dei ricambi. Le moto di grossa cilindrata invece, in molti casi, vengono esportate nei Paesi dell’Est e rivendute o altrimenti, con la complicità di officine e meccanici specializzati, modificate e rimesse sul mercato italiano.
Una parte delle moto di piccola e media cilindrata (dalla classe 50 alla 350) va ad ingrossare ulteriormente la flotta dei mezzi a disposizione della criminalità che spesso parcheggia queste due ruote nei giardini condominiali, nei garage, nei rimessaggi, nei depositi dove è facile passare inosservati, dove è possibile mimetizzarsi, nascondersi.
Si crea in questa maniera una sudditanza, una «servitù» alla quale in molti, nei quartieri ad alta concentrazione criminale, sono costretti a piegarsi per non finire nei guai.
Perché proprio i cinquantini e gli scooter sono i veicoli presi più di mira?. Principalmente per due ragioni: in caso di rivendita, il mercato è molto remunerativo e poi, si tratta di veicoli molto più leggeri, facili da trasportare e da nascondere perché non occupano molto spazio.
La classifica dei mezzi più rubati vede al primo posto l'Honda SH. Al secondo c'è lo Scarabeo di Aprilia, seguito dal Piaggio Liberty. Tra i veicoli di Piaggio, i best seller come il Beverly e la Vespa sono anche tra i più rubati, insieme al T-Max di Yamaha e i modelli Agility e People di Kymco.