BARI - In sei mesi era riuscito ad accumulare crediti fiscali per oltre 49 milioni di euro attraverso il Bonus facciate senza aver mai mosso un grammo di cemento. Un’accusa che nel dicembre 2022 lo ha portato ai domiciliari con le accuse di riciclaggio, autoriciclaggio, reimpiego di beni e emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti.
Il barese Alessandro Trerotoli, 50 anni, è probabilmente la prima persona in Italia a finire in carcere con una sentenza definitiva per le truffe ai bonus edilizi: da aprile sta scontando 4 anni per la condanna definitiva patteggiata in accordo con la Procura di Bari, insieme ad una precedente condanna per frodi assicurativi.
La circostanza emerge oggi perché, nel frattempo, il procuratore Roberto Rossi ha chiuso l’inchiesta parallela sui soldi provento della truffa. Inchiesta che vede indagata l’ex moglie di Trerotoli (già destinataria con lui di un decreto di sequestro da 140 milioni di euro) insieme ad altre tre persone e alla società Dalia, quella che nel 2021 sponsorizzava la Reggina di serie B. Tra gli indagati c’è anche Luca Gallo, l’ex presidente della Reggina, arrestato a maggio 2022 nell’ambito di una differente indagine della Procura di Roma per autoriciclaggio e omesso versamento di imposte...