SANTERAMO IN COLLE - Allarme lupi a Santeramo. Allevatori e agricoltori preoccupati per le minacce alla sicurezza delle attività agricole e zootecniche. Problema segnalato da tempo e mai risolto. «Non bastavano i cinghiali, che quotidianamente radono al suolo le colture e provocano incidenti stradali - afferma Erasmo giovane agricoltore - ora dobbiamo fare i conti anche con i lupi a caccia di pecore».
Francesco Colucci, classe 1959 titolare dell’azienda agri zootecnica ubicata in contrada Lazzitiello, parte di un agglomerato di altre tre aziende a due passi dall’omonimo quartiere residenziale racconta: «Possiedo circa 400 ovini e 40 bovini, tutti regolarmente registrati, certificati e controllati dall’Asl. Conduco al pascolo i miei animali tutti i giorni nell’area agricola circostante la mia azienda, nei miei terreni ed anche nel vicino bosco della Parata. Ogni anno, da circa 10 anni, i lupi abbattono un centinaio di ovini con grave danno economico - spiega Colucci - Spesso incontro branchi di 2-4 lupi, recentemente anche di 10. Si avvicinano al gregge non curanti dei cani pastore che proteggono le pecore. Spesso anche questi ultimi vengono assaliti ed abbattuti. Mi è capitato recentemente anche di assistere al loro pasto successivo all’abbattimento delle pecore incuranti della mia presenza a poca distanza dagli stessi. A volte si fanno avvicinare. Non fuggono, mi osservano come se stessero pensando sul da farsi. Sono bestie molto forti e hanno innata la strategia della caccia. Individuano subito i soggetti più giovani da aggredire e quando attaccano mettono lo scompiglio nel gregge tanto che i cani pastore non riescono a gestire la situazione».
È davvero una situazione insostenibile anche per gli agricoltori della zona: «Ho denunciato più volte l’abbattimento al Corpo Forestale e alla Regione ma con scarso successo - afferma Colucci sconfortato - La procedura per l’indennizzo dell’abbattimento dei capi è lunga, complicata e costosa. Per recuperare un ovino devo anticipare circa 50 euro per il trasporto in azienda. Successivamente deve essere periziato dagli agenti dell’Asl e poi macinato con un costo complessivo di 200. La Regione rimborsa soltanto 60 euro. Presto sarò costretto a cessare la mia attività poiché non è più possibile andare avanti. Il governo non ci aiuta. Ci ha dimenticati».