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«Restituirò a Mattarella le medaglie di mio fratello, vittima Br», la polemica a Bitonto

 
Loredana Schiraldi

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Loredana Schiraldi

«Restituirò a Mattarella le medaglie di mio fratello, vittima Br», la polemica a Bitonto

Commemorazione «nervosa»: «strappo» della sorella dell’agente Tatulli ucciso nel 1980. Cerimonia «troppo breve» e mancata intitolazione del Commissariato

Martedì 09 Gennaio 2024, 12:39

BITONTO - «Restituirò al Presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valore civile di Michele e le due d’argento a me consegnate». Grazia, sorella dell’agente bitontino Michele Tatulli, ucciso l’8 gennaio 1980 nella strage di via Schievano, non ci sta: «Sceneggiate come quella di ieri mattina sono umilianti per tutti i caduti per mano delle Brigate Rosse».

Il riferimento è alla commemorazione tenutasi ieri nella sede del Comune di Bitonto, alla presenza del vicequestore di Bari, Aldo Fusco, del sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci e del dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza, Gerardo Di Nunno, oltre che dei familiari, dei rappresentanti delle forze dell’ordine, della polizia locale e della sezione cittadina dell’Associazione nazionale Polizia di Stato.

«La cerimonia più speedy alla quale abbia mai assistito» scrive la signora Tatulli in una nota.

Dieci minuti è stata infatti la durata effettiva della manifestazione per il 44° anniversario dell’agguato, ribattezzato dai terroristi come il «benvenuto al Generale Dalla Chiesa», che in quei giorni era arrivato a Milano. Giusto il tempo di deporre dei fiori ai piedi della lapide che, all’ingresso del municipio, ricorda il sacrificio del 25enne e di pronunciare qualche parola in memoria del «giovane poliziotto corretto e dedito al proprio compito - come definito dal vicequestore Aldo Fusco -, che quella mattina si ritrovò a far parte di quella pattuglia per sostituire un suo collega».

Una cerimonia che il sindaco Francesco Paolo Ricci, ribadendo la necessità di «ricordare anche alle giovani generazioni i valori che Michele Tatulli ha incarnato», ha pregato di non considerare «una parte di una liturgia, rituale e dovuta». Ma che, in fin dei conti, per Grazia Tatulli lo è stata.

«Sembrava che stessero fermi sui carboni ardenti» ha sottolineato la sorella della vittima delle BR, condannando l’assenza del questore Giovanni Signer («ha mantenuto la promessa che mi fece lo scorso anno, dopo aver avuto uno scontro con la sottoscritta») e persino del cappellano. «Tutti sono stati freddi al mio arrivo in comune. Ho avvertito una certa ostilità nei miei confronti, tanto che al contrario degli altri anni, nessuno mi è venuto incontro» continua la signora Grazia. Una scena che si sarebbe ripetuta anche nella seconda parte della cerimonia, in programma al cimitero cittadino. «Solo per dignità non sono scoppiata a piangere. Non voglio più assistere a questo modo di commemorare la figura di mio fratello Michele» ha tuonato, preannunciato le azioni forte che intende intraprendere.

Già delusa per la mancata intitolazione al 25enne del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto, Grazia Tatulli ha promesso: «Ho deciso di restituire le medaglie nelle mani del presidente Sergio Mattarella».

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