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Vito Signorile: «Il mio Ragù in Argentina»

 
Pasquale Bellini

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Pasquale Bellini

Vito Signorile: «Il mio Ragù in Argentina»

Messa in scena il 5 dicembre al Teatro di Mar del Plata. Il 21, invece, sipario all’Abeliano di Bari

Giovedì 30 Novembre 2023, 12:01

Lo sanno tutti: il Ragù alla barese, quello cucinato e servito in teatro da Vito Signorile in particolare, possiede virtù salutari di buongusto, buon profumo e buonumore. È anche un po’ afrodisiaco, (hai visto mai?). Se ne deve essere sparsa la voce, in questo mondo globalizzato, tant’è che mister Vito Signorile è stato invitato a «cucinare» la sua pietanza addirittura in Argentina, a Mar de Plata, adiacenze di Buenos Aires. Prima che realizzi la sua «trasvolata atlantica», qualche informazione dalla viva voce di Signorile, l’uomo che sussurrava ai Ragù.

Signorile, come nasce questo «Ragù» sul Mar de la Plata, chi sono i buongustai d’oltreoceano?

«Ovviamente sono buongustai di origine italiana, che in Argentina sono moltissimi, com’è noto. Metterò in scena, pardon nel piatto, il nostro Ragù teatrale, il 5 dicembre prossimo, nel Teatro di Mar del Plata. Sarà anche l’occasione di festeggiare i 35 anni dal debutto di questo evergreen di palcoscenico, uno spettacolo-conferenza (ma con una pentola sul fuoco in bellavista!) che ha avuto fino ad ora la bellezza di 1600 repliche».

Non le farà male, Signorile, tutto questo «Ragù»? Non è un cibo un po’ pesante?

«Al contrario! Si è dimostrato a tutt’oggi una pietanza leggerissima, quanto a digeribilità teatrale, grazie ai suoi aromi, odori e sapori assolutamente ben noti e gradevoli per la nostra memoria, cultura e tradizione. Dico la nostra memoria, antica e recente, di mediterranei, di meridionali, in definitiva di baresi».

Ma come è nato questo «Ragù», a parte l’appetito e la ghiottoneria personali?

«Nacque come frutto di una mia ricerca etnografica, quando affascinato dalle nenie e dai racconti di mia nonna, giravo per Bari Vecchia con un magnetofono a raccogliere testimonianze, filastrocche, stornelli, direttamente dai più anziani, specialmente dalla voce delle donne, che così favorivano la trasmissione di un prezioso patrimonio culturale. Poi col passare degli anni il Ragù si è arricchito di ulteriori ingredienti, di altri sapori con altri costumi, usanze, proverbi e abitudini del popolo barese, tanto da diventare una metaforica “ricetta” territoriale, sostanziosa e immancabile nelle feste “di famiglia”».

Ma di ritorno dall’Argentina, per caso il cuciniere-conferenziere Signorile si metterà a dieta?

«Non proprio, non del tutto. Dopo questa trasferta atlantica, il mio-nostro Ragù sarà in scena di nuovo a Bari, al Teatro Abeliano, il 21 dicembre, per un profumato augurio di Natale. Le diete del resto si iniziano sempre dopo le feste, si sa!».

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