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Bari, la battaglia dei gazebo entra nel vivo: pronto il ricorso al Tar

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

Bari, la battaglia dei gazebo entra nel vivo: pronto il ricorso al Tar

La contrapposizione continua. Confcommercio a Palazzo di Città: «Revocare il provvedimento»

Sabato 04 Novembre 2023, 13:27

BARI - La battaglia dei dehor entra nel vivo. Saranno depositate nelle prossime ore, ma sono pronte, le istanze da presentare al Tar con le quali alcuni ristoratori di Bari vecchia chiedono al tribunale amministrativo di sospendere le prescrizioni che impongono l’allontanamento di paraventi, ombrelloni, tavolini e sedie a non meno di 1,2 metri dagli edifici nei luoghi di «eccezionale valore storico», stabilite in seguito al decreto del Segretariato del Mit del novembre scorso, che ha individuato le aree nelle quali la somministrazione di alimenti e bevande all'esterno dei locali può avvenire solo con l’autorizzazione della Soprintendenza. L’obiettivo del Mic è tutelare il diritto di tutti i cittadini di godere dello spazio pubblico di interesse storico artistico, ma gli operatori intendono far valere le loro ragioni. Domenica scorsa sono scaduti i termini (45 giorni) entro cui ottemperare alle disposizioni (secondo quanto intimato formalmente dal Municipio 1), pena il mancato rinnovo della concessione per l’occupazione del suolo pubblico, ma i legali dei commercianti hanno approfondito la questione ulteriormente in questa settimana, ritenendo esserci 60 giorni di tempo dal momento della ricezione delle pec inviate dall’ente decentrato (il primo ristoratore coinvolto avrebbe tempo fino al 13 novembre). Si tenterà di convincere il Tar (ci saranno prossimamente ulteriori opposizioni al momento di rinnovare altre concessioni) basandosi essenzialmente sulla insussistenza, secondo i legali, di motivazioni che legittimino la prescrizione da parte della Soprintendenza di parametri differenti (appunto il distanziamento dagli edifici) rispetto a quanto già previsto dalla normativa e dai regolamenti.

CAPITOLO - Sarà dunque quasi certamente un giudice a definire il prossimo capitolo della contrapposizione fra gli operatori di Bari vecchia (la battaglia interessa anche i colleghi di altri quartieri in cui ci sono i vincoli) e il Comune (che è la controparte dei proponenti, pur essendo più o meno ufficialmente al loro fianco), sebbene il contraddittorio in realtà coinvolga di fatto principalmente la Soprintendenza. Anche perché non è affatto certo che, come qualcuno auspica, a sterilizzare la contrapposizione intervenga il decreto Concorrenza, con cui è stata prorogata la durata (fino a dicembre 2024) delle semplificazioni previste per la posa in opera di tavolini, sedie e ombrelloni sul suolo pubblico da parte dei locali anche in aree di interesse culturale o paesaggistico, un'agevolazione introdotta nel 2020 e poi prolungata per favorire la ripresa delle attività economiche sospese o ridotte a causa dell’epidemia Covid-19. «Tanto per cominciare si è in attesa che il decreto vada in vigore - afferma Gianni Del Mastro di We are in Bari vecchia -. Ma poi, secondo quanto riferito da avvocati da noi interpellati, la proroga delle semplificazioni, se non ci saranno modifiche rispetto ai precedenti interventi legislativi, non farebbe decadere in alcun modo il parere della Soprintendenza, che riguarda un procedimento svolto sotto la vigenza di un altra normativa, tanto che anche dal Comune hanno smentito la sospensione degli adeguamenti richiesti dal Municipio 1 con la pec nella quale si riportavano gli adempimenti richiesti dalla Soprintendenza».

REVOCA La Confcommercio, dal canto suo, attende di avere il quadro normativo completo. Cosicché, confermando il supporto ai ristoratori, ha approntato una istanza con cui si chiede al Comune di revocare in autotutela i provvedimenti di sospensione delle autorizzazioni per l’occupazione di suolo pubblico (senza le quali in molti a Bari vecchia sarebbero costretti a chiudere i battenti), in attesa proprio di leggere nel dettaglio il provvedimento legislativo sulle semplificazioni, una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo più di un amministrativista, però, sarà di fatto il Tar a pronunciarsi, determinando i prossimi passi. I commercianti sanno che in caso di rigetto del ricorso saranno chiamati a modificare gli arredi (e a ridurre i coperti esterni), peraltro disancorandoli dai muri, con ciò che ne potrebbe conseguire in termini di sicurezza per gli avventori. Cambiare i gazebo, con costi di decine di migliaia di euro, secondo alcuni sarebbe addirittura inutile («via Manfredi è troppo stretta, non potrebbero passare nemmeno i mezzi di soccorso»).

SONDAGGIO - C’è chi teme, dal momento che ogni istruttoria fa storia a sé, che prossimamente, quando si tratterà di rinnovare la licenza, ci si potrà ritrovare con una archiviazione della pratica (cioè con un diniego alla prosecuzione dell’attività), proprio dopo che un sondaggio condotto da SWG per Fiepet, l’associazione dei pubblici esercizi di Confesercenti (che a sua volta ha solidarizzato con i ristoratori baresi), ha rilevato l’alto consenso fra i consumatori circa l’aumento di tavoli e spazi attrezzati all’esterno di ristoranti, bar e pub, anche se associazioni come il Codacons sono apertamente contrarie. Tra gli italiani che promuovono l’aumento di posti (tre su quattro) il 50% ritiene che la maggior disponibilità di tavolini nelle piazze e nelle strade permetta (al contrario di quanto sostiene la Soprintendenza) di godersi meglio la bellezza dei luoghi, mentre un 43% preferisce il consumo all’aperto perché permette, d’estate, di stare più freschi senza aria condizionata. Anche i contrari, però, mostrano di gradire i tavoli all’aperto. Un avventore su due, quando si reca in un ristorante della propria città, chiede di poter sedere all’esterno spesso (34%) o sempre (16%), mentre solo il 9% sostiene di non chiederlo mai. La preferenza cresce con la bella stagione: durante l’ultima estate, nel tempo libero, il 24% ha sempre usufruito di tavoli all’aperto e il 33% spesso. E se possibile, gli italiani lo farebbero anche nella stagione fredda: il 60% pensa che, con opportuni accorgimenti, i posti all’esterno sarebbero fruibili e desiderabili anche durante l’autunno e l’inverno.

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