Bari ospiterà a novembre il XXVII congresso nazionale dell’Aiga, l’associazione dei giovani avvocati, che eleggerà il nuovo presidente salutando nella sua città l’uscente Francesco Paolo Perchinunno. Sarà l’occasione per fare il punto sulla professione forense e sulle riforme, per fare proposte e ottenere risposte dai tanti interlocutori istituzionali che vi parteciperanno.
Temi che con l’avvocato Perchinunno abbiamo sfiorato, parlando delle criticità e delle prospettive delle professione, con uno sguardo allo sviluppo e al futuro della città. «Noi - dice Perchinunno - aspettiamo con trepidante attesa che si completi l’iter per la realizzazione del polo degli uffici giudiziari che dovrà ridare dignità agli operatori del mondo della giustizia che da anni esercitano in sedi inadeguate».
Presidente Perchinunno, che congresso sarà quello di novembre?
«Dal 16 al 18 novembre Bari, nel teatro Piccinni, accoglierà circa 700 congressisti delle oltre 140 sezioni di tutta Italia. Il programma della tre giorni è molto ricco, con lectio magistralis - come quella di Silvana Sciarra, presidente della Corte Costituzionale, sul tema “La Costituzione e i cambiamenti sociali. Quando le aspettative diventano diritti” - focus, come quello con lo scrittore Gianrico Carofiglio dal titolo “Ars oratoria nell’epoca moderna: pillole di public speaking”, tavole rotonde. Faremo poi un fuori congresso, cioè una serie di eventi che non riguardano strettamente il mondo giustizia e della professione, ma che vogliamo dedicare alla città per coinvolgere i cittadini. Ci saranno presentazioni di libri, il villaggio di Confagricoltura per promuovere i prodotti del territorio. Uno spettacolo teatrale e una corsa».
Il congresso si terrà in un momento di grandi riforme. Cosa vi aspettate come giovani avvocati?
«Sarà un autunno caldo sui temi della giustizia, dalla riforma dell’ordinamento giudiziario alle riforme Nordio sul processo penale. L’Aiga su tutti i temi è in prima linea. Io stesso ho fatto parte della commissione di studio che ha redatto la bozza del decreto attuativo, a riprova dell’attenzione che questo Governo rivolge all’Aiga. Per quanto riguarda la professione forense, ci sono tante questioni sulle quali c’è un’attenzione particolare del governo. L’approvazione della legge sull’equo compenso, per esempio, ha dato un segnale di attenzione ai giovani professionisti».
C’è qualche richiesta specifica che arriva dai giovani avvocati?
«Noi punteremo con la delega fiscale a costruire una cornice normativa che favorisca le aggregazioni tra professionisti, che sono l’unico vero strumento per far crescere la professione. Un importante provvedimento che auspichiamo nel ddl lavoro è la regolamentazione della monocommittenza, che consentirebbe agli avvocati che esercitano in maniera esclusiva di avere regole certe. In Italia sono quasi 30mila gli avvocati che aspettano una regolamentazione del rapporto. Auspichiamo, quindi, un contratto tipico di collaborazione professionale».
Quale a Bari lo stato di salute della professione forense, con lo sguardo dei giovani avvocati?
«A Bari quest’anno c’è stato un rimbalzo positivo rispetto agli anni passati, dopo il Covid, ma abbiamo perso tantissimi giovani che hanno scelto l’ufficio del processo o un concorso nella pubblica amministrazione, quindi c’è una carenza di giovanissimi professionisti. Tuttavia ritengo che sia una fase ciclica che non ci deve spaventare».
Si può ancora parlare di divario nord-sud per gli avvocati?
«Sicuramente sì, lo dicono i numeri, dal rapporto tra popolazione, imprese e numero di avvocati ai redditi medi. La nostra battaglia è cercare poi di colmare il gender gap».
A Bari all’autunno caldo delle riforme si aggiungerà la campagna elettorale. Cosa può fare un’amministrazione per le professioni. Cosa chiedono i giovani avvocati al futuro sindaco?
«Si chiude un’era, quella di Antonio Decaro, e si apre un nuovo scenario. La prossima amministrazione dovrà dare una visione della città rispetto al suo sviluppo urbanistico lasciato in questi anni un po’ al caso. Lo sviluppo economico della città favorisce anche le professioni che hanno un beneficio indotto rispetto alla crescita della città. A Bari in questi anni c’è stata una crescita, secondo me si può fare di più. Le infrastrutture, aeroporto e porto, stanno ridando centralità a una città che può fare di più sul tema commercio e dell’artigianato. E poi non dimentichiamo il turismo: Bari non deve più essere una città scalo ma può ambire ad essere meta».
A Bari c’è il grande tema dell’edilizia giudiziaria, che - con il progetto del futuro Parco nelle ex Casermette - è il terreno di incontro del mondo della giustizia con la politica e l’attività amministrativa. Di cosa hanno bisogno gli avvocati?
«Di una sede finalmente dignitosa. Questa è l’ultima occasione per avere un polo giudiziario e non possiamo lasciarcela sfuggire. Per il sostegno alla genitorialità sarebbe importante avere a disposizione, come avviene in altre città, un asilo nido. Sarebbe un grande aiuto per i giovani avvocati».