BARI - «Bari piange un altro cittadino, prima ferito e poi ucciso dall’amianto. Una donna. Giovane, che ha vissuto a ridosso della Fibronit sino al giorno in cui ha scoperto di essere stata colpita dal mesotelioma». Inizia così l’ennesima tragica puntata della lunga scia di dolore che l’ex stabilimento Fibronit, la fabbrica di amianto nel cuore del quartiere Japigia, ha portato con sé nell’arco dei decenni fino alla sua dismissione e bonifica.
Il racconto ha la voce di Nicola Brescia del «Comitato cittadino Fibronit».
«Una donna che, nel momento in cui ha appreso la terribile diagnosi, era smarrita. E con lei i suoi cari. Nessuno, compreso i medici, era in grado di darle assistenza per affrontare il dramma che stava vivendo e si è rivolta a noi del Comitato Cittadino Fibronit per cercare un minimo di assistenza» racconta Brescia, spiegando che «ci siamo attivati subito coinvolgendo la straordinaria sensibilità dell’associazione familiari vittime amianto di Bari, il cui è responsabile, Lillo Mendola, è stato l’unico supporto della famiglia sino ad oggi».
Un nuovo dramma che mette la città ancora una volta dinanzi alla constatazione che «il mesotelioma ha vinto ancora. Ha tolto il respiro ad una ennesima nostra concittadina - continua Brescia - Ma è sul dolore di queste donne e di questi uomini che nascerà, sull’area della ex Fibronit, il Parco della Rinascita. Ma questo spazio verde non avrà alcun senso se al suo interno non troveranno ascolto e assistenza coloro che vivono esperienze così terribili. Non avrà valore se non sarà anche il luogo in cui prevenire la malattia, specie nelle persone che, professionalmente o come semplici cittadini, sono stati a contatto con le polveri d’amianto. E noi continueremo a chiedere che nel Parco della Rinascita trovi spazio un presidio medico dedicato agli ex esposti all’amianto. Perché solo in questo modo la Rinascita sarà autentica e completa».
I lavori del futuro «Parco della Rinascita» (16 milioni di euro di cui 13 milioni di fondi Pnrr - a rischio - e 3 milioni dalla Regione Puglia) partiranno a inizio 2024, per una durata di 700 giorni (circa 2 anni).
La riqualificazione è suddivisa in quattro lotti: il sedime Parco della Rinascita, la demolizione e ricostruzione del capannone ex Bricorama (che avrà funzioni museali, espositive e ricreative), la realizzazione di una passerella ciclopedonale scavalca-ferrovia di collegamento tra il parco e via Amendola e infine la sistemazione della viabilità contermine lungo via Caldarola. Qui sono previsti quattro ingressi, mentre un quinto varco sarà lungo via Amendola dove, oltre la sede della linea ferroviaria, sarà montata successivamente una passerella ciclopedonale di attraversamento che arriverà fin dentro il parco.
All’interno dell’area verde alcune piazze saranno collegate da un percorso pedonale e da circa 7 ettari di alberature (ulivo, pesco, mandorlo, carrubo, melograno e cespugli di cisto, mirto, rosmarino e ginepro). Lungo via Caldarola il muro perimetrale che si sviluppa per quasi un chilometro sarà una barriera verde con piante rampicanti e la presenza di fontane verticali.
Le funzioni del parco saranno disposte su oltre 42mila e 500 metri quadri con area ludica per i bambini, spazio concerti ed eventi, aree per gli animali, bocciodromo, campo sportivo polivalente (basket, pallavolo), aree destinate al fitness, un percorso per runners, spazio del gusto e dello streetfood, un’area per esposizioni di arte all’aperto e un prato fiorito Il tutto con moderni impianti di illuminazione, videosorveglianza, irrigazione e recupero delle acque piovane.