BARI - A Bari sono cinque i progetti che rischiano di essere stralciati dalle opere finanziate con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, qualora passasse la proposta del Governo di rimodulare i finanziamenti. L’idea di Palazzo Chigi è spostare sul programma RePower EU le risorse (13 miliardi di euro in tutta Italia) assegnate inizialmente ai Comuni, con l’impegno - ha assicurato due giorni fa il ministro pugliese Raffaele Fitto, responsabile della delega sul Pnrr - che altre fonti di finanziamento andranno trovate per le tre linee di intervento per le piccole e medie opere, per la rigenerazione urbana e per i Piani Urbani Integrati delle grandi città.
I cinque progetti baresi (tre del Comune e due della Città Metropolitana) hanno un valore complessivo di poco più di 50 milioni di euro e riguardano riqualificazioni di strade, parchi e aree verdi ma anche ristrutturazioni di storici immobili in disuso da convertire in poli culturali e scuole.
I tre progetti del Comune (per il contenuto dei singoli progetti rimandiamo agli altri articoli in queste pagine) sono: «Parco della Rinascita» nell’area bonificata dell’ex fabbrica Fibronit a Japigia (13 milioni di euro); l’area scoperta adiacente al cantiere della futura Accademia delle Belle Arti nell’ex Caserma Rossani (18,8 milioni di euro) dove sorgerà la nuova «piazza d’Arti» dove c’era la «piazza d’Armi» accanto al parco già riqualificato (attualmente quel suolo ospita l’area di sosta gestita dall’Amtab) e un parcheggio sotterraneo; la riqualificazione di diverse strade cittadine (9 milioni di euro) con pedonalizzazioni, come nel caso di via Manzoni, nuovi marciapiedi, illuminazione e verde. Le due opere della Città metropolitana (un unico accordo quadro da 21 milioni di euro) sono la riqualificazione dell’ex caserma in corso Sonnino, a Madonnella, che ospiterà il nuovo liceo artistico De Nittis e la ristrutturazione di Villa Capriati, su via Amendola, che diventerà la «Casa della Musica».
Se, come ha assicurato il Governo, saranno trovate fonti alternative di finanziamento per portare comunque a termine le opere, i progetti saranno salvi. E, del resto, per tutti sono già state completate le procedure che precedono i cantieri. Per accelerare (proprio in vista delle scadenze imposte dal Pnrr) gli enti hanno fatto partire contemporaneamente la fase di progettazione e quella di affidamento dei lavori attraverso accordi quadro che, per quasi tutti questi progetti, sono stati aggiudicati nelle ultime ore. Per il Parco nell’ex Fibronit, il parcheggio Rossani, la caserma Sonnino e villa Capriati Comune e Città Metropolitana hanno pubblicato proprio ieri le determine dirigenziali di affidamento delle progettazioni esecutive e dei lavori, che nelle intenzioni e previsioni dovrebbero iniziare nelle prime settimane del 2024 per concludersi nei due anni successivi. La questione che si pone è proprio quella dei tempi e del cronoprogramma. Se stralciati dal Pnrr, e quindi se fuori dai vincoli stabiliti con il Pnrr che obbligano a concludere i lavori dei progetti finanziati entro il 2026, il rischio è che i tempi si allunghino. Anche se a lavori aggiudicati e progetti quasi conclusi - che sono le fasi che solitamente ritardano la realizzazione delle opere pubbliche - i cronoprogramma potrebbero non subire slittamenti.
Decisamente troppi condizionali per opere che hanno già impegnato le amministrazioni con appaltatori e progettisti e che sono ormai alla vigilia della prima pietra.
«Garanzie immediate sul finanziamento di queste opere» è la richiesta al Governo dei sindaci, primo fra tutti il primo cittadino di Bari, che è anche presidente nazionale Anci, Antonio Decaro.