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Tassa di soggiorno a Bari: pronti i ricorsi degli albergatori

 
Francesco Petruzzelli

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Francesco Petruzzelli

Tassa di soggiorno a Bari: pronti i ricorsi degli albergatori

Temono che così diminuisca il numero di presenze in città. Caizzi (Federalberghi): «La presenza di turisti non significa che ci siano servizi per accoglierli»

Giovedì 27 Luglio 2023, 12:59

BARI - Il post voto è un vasto fronte di perplessità. Dalle associazioni di categoria – c’è già Federalberghi che conferma il ricorso preannunciato nelle scorse settimane – alla parte più politica con centrodestra ed M5S che denunciano «la mancata condivisione che penalizzerà il settore».

Il regolamento sull’imposta di soggiorno votato martedì sera dal Consiglio comunale di Bari inizia a far discutere. L’Aula ha detto sì al nuovo balzello giornaliero a carico di turisti e visitatori che dal prossimo autunno soggiorneranno in città ma non ha recepito alcune delle istanze presentate da sindacati, sigle e operatori alberghieri ed extralberghieri. Da qui la prima mossa di Federalberghi che tramite il suo presidente regionale Francesco Caizzi – presente alla seduta di Consiglio - sta valutando di impugnare il regolamento nelle aule della giustizia amministrativa: «Non c’è stato confronto e continua a non esserci. Questa città non ha alcuna visione turistica e la presenza di turisti non significa che sia una città con servizi e opportunità per accoglierli. I soldi che il Comune incasserà saranno solo per la propria propaganda elettorale».

Già ieri mattina moltissimi rappresentanti delle strutture ricettive hanno iniziato a spulciare il regolamento.

«Hanno disatteso tutte le nostre richieste», dice Giovanna Castrovilli presidente dell’Associazione extralberghiero Terra di Bari. La sigla che riunisce b&b, affittacamere, case vacanza esprime ad esempio dubbi sull’obbligo per i gestori di comunicare gli elenchi dei dati ogni settimana (rispetto al regolamento regionale che lo fissa invece entro il giorno 10 del mese successivo) e non condivide il pagamento dell’imposta nei primi quattro pernottamenti consecutivi considerando che «il soggiorno standard nella nostra città ha una durata di 2-3 giorni massimo». «Temiamo che la tassa – spiega Castrovilli – possa contribuire alla flessione di presenze turistiche che già oggi si attesta sul 20-30%. Ad agosto abbiamo ancora molte camere libere su Bari, fatto insolito per la città. Speriamo nelle prenotazioni last minute. È stato comunque istituito un balzello senza prevedere, almeno nella prima fase, alcun servizio per i turisti».

Critiche arrivano anche dai sindacati. «Bene l’accoglimento della nostra proposta di esentare dall’imposta i minori sino a 14 anni, agevolando così le famiglie. Ma questa imposta – osserva Giuseppe Boccuzzi, segretario generale Cisl Bari – rischia di favorire la migrazione turistica nei Comuni limitrofi che non applicano l’imposta e di danneggiare le strutture ricettive della nostra città creando una forte concorrenza dell’hinterland barese. Avremmo anche voluto la presenza dei Municipi nelle scelte di destinazione delle risorse riscosse, proprio per attuare il decentramento e valorizzare tutti i quartieri, specie quelli del mare. Ma nulla da fare».

L’Aula e il centrosinistra hanno infatti deciso di blindare il comitato di indirizzo, l’organo che con pareri consultivi si esprimerà sugli investimenti da attuare con gli incassi dell’imposta del soggiorno. Sarà un organo riservato solo ai tecnici e alle associazioni di categoria e con la presenza di esperti (quest’ultimi chiesti e ottenuti tramite un emendamento del Pd), ma la politica ne resterà fuori.

Bocciati infatti gli emendamenti del M5S che proponevano la presenza nel comitato dei presidenti di Municipio e di rappresentanti del Consiglio comunale. «Non siamo contrari all’imposta di soggiorno ma a queste condizioni e regole poco chiare abbiamo deciso di votare contro. Perché far fuori i Municipi e le loro istanze e affidarsi a dei tecnici sui quali il Pd non ci dice con quali criteri saranno scelti?», si chiede il capogruppo pentastellato Antonello Delle Fontane.

Critico anche il consigliere Michele Picaro (FdI): «In Consiglio comunale ho espresso serie perplessità su come i soldi saranno spesi perché nel regolamento approvato non c’è traccia di come questi saranno reinvestiti. Soldi che, come spesso accade, saranno sottratti ai nostri imprenditori per farli gestire da pochi intimi e, magari, per finalità diverse».

«Accetto le critiche costruttive e non strumentali, ma ricordo a tutti che l’imposta di soggiorno è figlia di un lungo e faticoso percorso partecipato - replica l’assessora al Turismo Ines Pierucci -. Se non ci fossero stati i due anni di blocco della pandemia avremmo attuato l’imposta molto prima e non, come ci accusano da più parti, a nove mesi dalla fine del mandato».

Già la prossima settimana si convocherà un tavolo con le associazioni di categoria per illustrare le tariffe giornaliere (tra l’1,50 e i 4 euro). Poi sarà la giunta comunale a dare l’ultima parola e trasmettere e delibere al Ministero dell’Economia e delle Finanze per la pubblicazione. Se le tappe saranno rispettate entro la prima settimana di agosto, l’imposta potrebbe entrare in vigore dal primo ottobre.

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