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Il primario oncologo arrestato a Bari con i 200 euro del paziente: «La sanità pubblica fa schifo». Istituto avvia sospensione dal servizio

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Il primario oncologo arrestato a Bari con i soldi del paziente: «La sanità pubblica fa schifo»

Lorusso in carcere da ieri: intascava denaro per le visite ai malati di cancro

Giovedì 13 Luglio 2023, 11:58

17:47

«Dove si fa la coda… Io cerco di evitarti ovviamente tutte quelle rotture di palle». E’ l’ultima frase pronunciata da Vito Lorusso, 67 anni, primario di Oncologia medica dell’Irccs di Bari, prima che gli agenti della Polizia di Stato ieri mattina gli mettessero le manette. Aveva appena terminato una visita di controllo a un paziente malato di cancro nel suo studio privato in ospedale, per la quale – come spesso avrebbe fatto in passato – l’oncologo aveva incassato la parcella mettendo 200 euro in tasca: quattro banconote da 50 euro l'una, ripiegate e consegnate in contante da un paziente e dalla sua compagna. Soldi che, invece, spettavano all’Irccs.

Peculato e concussione sono le accuse ipotizzate dalla pm Chiara Giordano nei confronti del medico, che a partire dal 2022 (quando una serie di circostanziate denunce, arrivate a seguito dell’arresto nel 2021 dell’altro oncologo Giuseppe Rizzi, avevano convinto la Procura ad andare avanti nell’inchiesta) avrebbe sistematicamente ripetuto il suo modus operandi: visite che il servizio sanitario garantiva gratuitamente venivano invece fatte a pagamento, ma in quel caso – trattandosi di attività «intra moenia» - il medico avrebbe dovuto gestire la visita attraverso il Cup riversando la parcella all’ospedale. E non appropriarsi del denaro.

Le intercettazioni disposte dalla Procura hanno catturato i commenti di Lorusso, che nel corso delle visite avrebbe non solo fatto capire ai pazienti che pagando potevano evitare di fare code e prenotazioni rivolgendosi direttamente a lui, ma avrebbe anche denigrato il servizio sanitario pubblico: «Non funziona niente, non serve a niente».

Lorusso, si legge negli atti, aveva creato una «situazione di sudditanza psicologica» nelle persone che assisteva, denigrando «costantemente il Servizio sanitario nazionale nonché i suoi stessi colleghi» per spingere i malati di tumore a pagare somme non dovute pur di farsi seguire da lui e di evitare lunghe attese. Al paziente, Lorusso aveva assicurato che «si sarebbe fatto carico di leggere il referto della Tac» personalmente, spiegandogli che il prossimo 2 agosto, data della nuova visita, lo avrebbe visto lui perché «ci sarà la coda e io cerco di aiutarti».

Le indagini, coordinate dalla Procura di Bari, sono scattate lo scorso 20 giugno con la querela del parente di un paziente defunto. In ospedale e nello studio del medico sono state installate telecamere ed effettuate intercettazioni telefoniche e ambientali. Osservazioni che hanno provato condotte ripetute quotidianamente.

Nel verbale di arresto si legge che il medico «si vantava della propria competenza, denigrando l’operato dei suoi colleghi», usando frasi come «hanno combinato un casino quelli che ti hanno operato, però alla fine il grosso del tumore l'hanno tolto, ma hanno fatto anche un danno».

Lorusso avrebbe «prospettato rischi», rassicurando i suoi pazienti e catturando «la loro benevolenza per incassare denaro». Durate le perquisizioni, anche in casa, sono stati trovati altri 800 euro in contanti e materiale informatico.

Al momento dell’arresto il medico, assistito dall’avvocato Gaetano Castellaneta, si è sentito male: soccorso dal 118, è stato portato al Policlinico e dimesso nel pomeriggio. Lorusso è stato sospeso in via cautelare dall’Irccs e si trova nel carcere di Bari in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.

Negli atti si evidenzia la «spregevole consuetudine» dell’oncologo "scevra da quell'etica professionale che un medico dovrebbe avere». Perché Lorusso ha tolto «denaro a persone malate, in alcuni casi, in condizioni economiche precarie», facendo leva "sulla psicologia dei pazienti e sul timore che essi nutrono per la loro vita».

Lorusso è nel carcere di Bari dalla serata di mercoledì. Oggi la Procura dovrebbe chiedere la convalida dell’arresto in flagranza, per la quale l’udienza dovrà essere fissata nelle successive 48 ore. 

ISTITUTO BARI AVVIA SOSPENSIONE DAL SERVIZIO

«L'istituto ha avviato la sospensione cautelare dal servizio del dottor Lorusso, demandando all’ufficio procedimenti disciplinari ulteriori provvedimenti, secondo quanto previsto dalle norme vigenti». Lo comunica in una nota il direttore generale dell’Irccs Giovanni Paolo II di Bari, Alessandro Delle Donne, in seguito all’arresto dell’oncologo Vito Lorusso. «Consapevoli che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, peraltro, vige il principio di non colpevolezza fino a sentenza passata in giudicato - prosegue - è bene ribadire che bisogna essere inflessibili con chi, in cambio di denaro, promette vie preferenziali». Delle Donne sottolinea che «non faremo sconti a nessuno, nell’interesse di tutelare sia i lavoratori che i pazienti, a cui è dovuta assistenza, ma anche rispetto e attenzione».

Il direttore assicura inoltre «massima disponibilità e piena collaborazione alle forze dell’ordine e alla Procura per fare chiara luce sulla vicenda». E spiega che «i fatti contestati, ove confermati, sono però gravi e non possono gettare discredito sul lavoro di quanti, in questo Istituto, lavorano con coscienza ed empatia nel solo interesse dei pazienti». «Non possono e non devono essere tollerate condotte denigratorie nei confronti di un sistema sanitario pubblico che, nonostante le tante criticità, garantisce cure gratuite a tutti - conclude Delle Donne - e non possono minimamente offuscare o scalfire il processo inarrestabile di crescita che questo Istituto sta perseguendo».

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