BARI - Villa Capriati come Casa delle arti e dei mestieri, pubblica, autogestita e solidale. È questo il disegno di co-progettazione che la Comunità di sostegno all’autogestione (Csa) del Bread&Roses, spazio di mutuo soccorso, ha presentato al sindaco di Bari Antonio Decaro.
Durante l’incontro di ieri mattina a Palazzo Città, la Csa ha illustrato al primo cittadino un piano di co-progettazione. L’immobile di circa 1.800 metri quadri, rimasto per decenni in stato di abbandono, è situato all’interno dello stesso complesso del Bread & Roses in via Giovanni Amendola.
Per Villa Capriati la comunità immagina un’aula studio, spazi per concerti e una sala prove comune, una ludoteca, una foresteria, spazi per residenze artistiche, una palestra e sedi di radio e case editrici indipendenti.
Dal 2016 il Bread & Roses rappresenta un’unione di persone e realtà associative che portano avanti iniziative di stampo sociale, culturale ed economico, nel nome della cooperazione e della solidarietà.
I ragazzi della comunità, adesso, chiedono di essere coinvolti in un progetto di riqualificazione che, negli anni, ha cambiato anima: nel 2021 fu annunciato che villa Capriati sarebbe diventata una residenza universitaria, poi, a gennaio di quest’anno, l’amministrazione comunale ha deciso per allestire al suo interno la Casa della Musica con un finanziamento da 8 milioni di euro di fonte Pnrr. La Csa chiede di più: «Vogliamo dar vita a una casa delle Arti e dei Mestieri, che possa dare il giusto spazio alle idee che il Bread & Roses mette in pratica da sette anni».
«Il sindaco – dichiarano i ragazzi della Comunità – ha ascoltato il nostro piano di co-progettazione e possiamo dire che da oggi è iniziato un dialogo sulla questione». La Comunità desidera anche sperimentare una modalità di cantiere «aperto», che non rappresenti una «rottura» tra edificio e contesto urbano, un vuoto tra il prima e dopo, ma che assecondi la progressiva abitazione dello spazio e alle lavorazioni del cantiere.
«Il Comune - racconta uno dei membri della Comunità, Andrea Berardi – si aspetta da Villa Capriati una redditività economica. La nostra invece è soprattutto una redditività civica, che rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale e promuove e incentiva la sussidiarietà orizzontale». Principi, racconta, «già formati con l’accordo di collaborazione di comunità che abbiamo stretto con l’amministrazione». Ad oggi non è stata indetta nessuna gara di assegnazione dell’immobile.
Lo spazio di mutuo soccorso, in questi anni, ha visto l’avverarsi di diverse attività di inclusione socio- lavorativa: le bancarelle di scambio di auto-produzioni da filiere agro-ecologiche ed artigianali, l’Emporio per aiutare le attività fuori dalla grande distribuzione organizzata, la cucina per l’Osteria popolare (che utilizza i prodotti delle filiere fuori mercato), infine le attività di auto difesa sindacale, attive sia all’interno del «B & Rs» sia in altri spazi della città, come gli sportelli di mutuo aiuto di Villa Roth e della parrocchia di San Sabino.
La loro, dichiarano i ragazzi, è una «rivendicazione dei beni comuni», che non passa attraverso gare d’assegnazione ma parte dal basso. Un valore che, si legge nel piano di co-progettazione, «non può essere monetizzabile».