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Bari, picco di polmoniti, stipsi e meningiti: bambini più deboli dopo il lockdown

 
Barbara Minafra

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Barbara Minafra

Bari, picco di polmoniti, stipsi e meningiti: bambini più deboli dopo il lockdown

Cardinale, direttore di Pediatria del Giovanni XXIII: «In aumento le malattie batteriche invasive»

Lunedì 08 Maggio 2023, 13:04

BARI - Febbri ricorrenti, asma grave, bambini che tossiscono sempre, allergie alimentari, orticaria, dermatite atopica severa, riniti croniche, gastroenteriti, stipsi ostinata, patologie difficili ma anche prevenzione e attualità immuno-infettivologa. Tanti i temi toccati nella tre giorni del congresso di «Pediatria, allergologia e pneumologia» svoltosi a Bari. Ne abbiamo parlato con il direttore dell’Uo Pediatria e PS Ospedale Giovanni XXIII di Bari e presidente Sip, prof. Fabio Cardinale, che di «Agorà 2023» è l’organizzatore insieme al prof. Giovanni Ciccarone, direttore Uo di Pediatria all’Umberto I di Corato.

Cosa è emerso dalla full immersion?

«Terapie innovative per garantire migliore qualità di vita ai pazienti, approcci pediatrici secondo linee guida, necessità di diagnosticare tempestivamente malattie rare come i deficit immunitari primitivi per ridurre outcome gravi, o le condizioni genetiche predisponenti che necessitano di terapie standardizzate, ma anche più attenzione all’area pediatrica e all’alta complessità assistenziale. Ci sono malattie che richiedono expertise specifico, risorse umane e strumentali dedicate. Ci sono bambini che hanno bisogno di dispositivi elettromeccanici, ventilatori domiciliari, pompe per infusione, ma anche di personale qualificato».

In Puglia mancano medici. Anche in pediatria?

«Serve personale qualificato soprattutto negli ospedali, dove il pediatra generalista di fatto non esiste. Allo specialista si richiedono subspecialità pediatriche, che vanno riconosciute, salvaguardate e potenziate per una sanità di qualità. I bambini non vanno seguiti dai gastroenterologi, dagli immunologi, allergologi o reumatologi degli adulti perché questi non hanno cognizione di patologie specifiche dell’età pediatrica. Sip, la Società Italiana di Pediatria, si sta spendendo molto su questo.

È iniziata la stagione delle allergie. Ci sono novità nel trattamento?

«Il primo aspetto è la corretta diagnosi, con la premessa che in allergologia è complessa e presuppone mettere insieme la storia clinica, l’aspetto più importante, con i test. Perché il test potrebbe essere positivo ma senza sintomatologia o negativo ma con esiti non concordi con l’anamnesi o l’esame obiettivo durante la visita. Occorre un approccio ragionato e non limitarsi ai test: da soli non danno la diagnosi. Per la terapia non abbiamo solo antistaminici ma altri farmaci, tra cui i cortisonici topici. Nella rinite allergica pura non si usano ma servono nell’asma atopica stagionale. Gli spray nasali predosati con utilizzo dei distanziatori sono molto efficaci nel prevenire le riacutizzazioni e sono strumenti preziosi nel controllo della malattia».

Abbiamo sentito che sono aumentati i casi di scarlattina.

«Lo streptococco betaemolitico, l’agente della scarlattina e della comune tonsillite, è la causa più comune in età pediatrica dopo i tre anni. Nei primi 36 mesi, di solito è virale: non va trattata con antibiotico né va ricercato perché, se si riscontra su tampone, spesso il paziente è solo portatore. Il consiglio è di far visitare i bambini in caso di febbre, mal di gola o placche, e fare il tampone solo se il medico ha la convinzione che possa esserci streptococco».

Ci siamo indeboliti durante il lockdown?

«Quest’anno c’è stato un aumento di malattie batteriche invasive. Polmoniti gravi, sepsi, meningiti. Una spiegazione possibile è il “debito immunitario”: dopo due anni di relativo isolamento, si è meno capaci di elaborare la “memoria immunologica” che ciascuno produce dopo reiterati contatti con gli agenti virali, rendendo l’individuo più suscettibile ai patogeni che normalmente affronta. Ma ci sono altre ipotesi. Nel congresso abbiamo parlato di disfunzione immunitaria post-Covid su cui però abbiamo ancora poche evidenze».

Da noi c’è stato il picco di casi di influenza e polmonite tra i bambini?

«Sì, in particolare polmoniti di particolare gravità (anche con drenaggio pleurico o necessità di intervento chirurgico) che raramente capita di incontrare con questa frequenza. L’esperienza barese coincide con il trend nazionale».

È vero che mancano certi medicinali?

«Per limiti produttivi delle aziende, c’è difficoltà di reperire farmaci di uso comunissimo per patologie come le infezioni respiratorie superiori. È il caso di Amoxicillina, farmaco di riferimento per le tonsilliti. In età pediatrica si possono usare pochi antibiotici, e questo è il principale.

Da «Agorà 2023» sono emerse novità farmacologiche?

«Per le malattie allergiche gravi sono oggi a disposizione farmaci biologici, così pure ci sono terapie nuove per le malattie autoinfiammatorie in cui la febbre e l’infiammazione subentrano senza fattori microbici o agenti batterici scatenanti».

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