BARI - Venti ex pazienti e altre decine di colleghi medici, ginecologi, ma anche psichiatri e psicologi di diversi ospedali del Nord: sono i testimoni che la difesa di Giovanni Miniello, il ginecologo 70enne accusato di presunti abusi sessuali su decine di ex pazienti durante le visite, porterà in aula quando il processo entrerà nel vivo.
Il medico risponde di violenza sessuale, tentata e consumata, e lesioni personali su venti donne, 19 delle quali nell’udienza preliminare si sono costituite parti civili. Accanto a loro, chiederanno i danni l’Ordine provinciale dei Medici e dieci tra associazioni e centri antiviolenza di tutta la Puglia. Il processo è iniziato qualche settimana fa con le questioni preliminari sollevate dalla difesa dell’imputato, l’avvocato Roberto Eustachio Sisto, le prime delle quali riguardano proprio le costituzioni di parte civile.
Si tornerà in aula il 6 luglio ma dovrà attendersi forse l’udienza dell’autunno per iniziare a sentire i testimoni. Si comincerà da quelli dell’accusa e poi toccherà alla difesa, che citerà anche venti ex pazienti che potrebbero fornire un racconto del tutto diverso da quello delle 20 donne che hanno denunciato il medico, alcune delle quali cristallizzate in un incidente probatorio.
A rappresentare l’accusa il procuratore Roberto Rossi con l’aggiunto Giuseppe Maralfa e la sostituta Larissa Catella, che contestano al medico di aver proposto alle sue pazienti rapporti sessuali come «cura» per il papillomavirus. Durante le visite, poi, avrebbe molestato le donne palpeggiando parti intime o tentando di baciarle. In alcuni casi questi comportamenti avrebbero causato alle pazienti lesioni personali «di tipo cronico» consistenti in «disturbo da stress post traumatico», attacchi di panico, stati d’ansia e disturbo depressivo.