BARI - Schede fotografate all’interno della cabina elettorale, chat equivoche sui compensi in cambio dei voti ottenuti e l’interessamento per le elezioni comunali di Modugno e le Regionali di settembre 2020. C’è anche questo nei nuovi atti depositati nel procedimento sul presunto voto di scambio alle elezioni comunali di Bari e di Valenzano del 2019.
Il 12 maggio inizierà l’udienza preliminare nei confronti di 44 imputati. Tra loro Francesca Ferri, ex consigliera comunale di Bari, il compagno imprenditore Filippo Dentamaro e l’ex consigliere regionale, imprenditore e presidente del Foggia Calcio Nicola Canonico.
LE ACCUSE DEI PM - Stando all’indagine, delegata a Carabinieri, Guardia di finanza, Digos e Squadra mobile della Polizia e coordinata dai pm Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero, per le elezioni di Bari di maggio 2019 il ruolo di «garante» del presunto sistema di voto di scambio sarebbe stato affidato a Canonico, che avrebbe ospitato a casa sua summit pre-elettorali per pianificare la strategia con la quale assicurare l’elezione, poi effettivamente riuscita, di Francesca Ferri.
Con la complicità del compagno della donna, l’imprenditore Dentamaro, i tre avrebbero organizzato la selezione e il reclutamento di elettori, pagati dai 25 ai 50 euro, coinvolgendo sette «portatori di voti», cioè reclutatori di elettori, tutti indagati, incaricati di individuare e contattare il maggiore numero possibile di persone disposte a vendere il proprio voto. La mafia si sarebbe poi affacciata nelle successive elezioni di Valenzano, a novembre 2019, Comune già precedentemente sciolto per mafia.
La coppia Ferri-Dentamaro (finiti in carcere il 26 ottobre 2022 e tuttora agli arresti domiciliari con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione elettorale e scambio elettorale politico mafioso) si sarebbe adoperata per pilotare l’esito delle amministrative procurando a candidati amici i «voti della malavita». Il clan del boss Salvatore Buscemi, affiliato al clan Parisi di Japigia, avrebbe ottenuto in cambio la promessa di vantaggi, tra i quali la modifica del piano regolatore comunale per rendere edificabili terreni di sua proprietà.
LE SCHEDE FOTOGRAFATE - Gli atti depositati nella cancelleria dell’ufficio gup in vista dell’udienza di maggio contengono una annotazione della Digos successiva alla chiusura delle indagini e alla richiesta di rinvio a giudizio, con l’analisi di pc e telefoni sequestrati a dicembre a Dentamaro.
In una conversazione whatsapp del 26 maggio 2019, giorno delle elezioni comunali di Bari, Filippo Dentamaro ha ricevuto due fotografie «scattate all’interno di una cabina elettorale - annota la Digos - ritraenti le immagini di due schede elettorali con le relative preferenze (tra cui Ferri, ndr) espresse da votanti allo stato ignoti».
LE CHAT SUI VOTI «COMPRATI» - Ci sono poi chat che - secondo gli investigatori - farebbero riferimento «alla corresponsione di somme di denaro precedentemente pattuite da parte di Filippo Dentamaro in favore dei portatori di voto». Terminate le consultazioni elettorali e «incassata» la vittoria della candidata Ferri, uno di loro avrebbe «preteso che gli venisse corrisposta la somma pattuita», con tanto di conteggi: «135x5=675+2=875, aggiungi l’accattonaggio che mi hai fatto fare per più di due mesi».
Un copione analogo si sarebbe ripetuto per le Regionali di settembre 2020 (sempre per la candidatura di Francesca Ferri, questa volta in via Gentile), con un ultras barese «in grado di dirottare una parte del consenso elettorale della tifoseria organizzata», sempre però dietro «compravendita di voti».
LE ALTRE ELEZIONI DEL 2020 - Sono emersi poi «contatti» tra Canonico e Dentamaro «anche in data successiva al mese di maggio 2019, ovvero dopo la conclusione delle operazioni elettorali per le consultazioni amministrative del Comune di Bari». In particolare «emergono alcuni contatti che dimostrano l’interesse che Canonico, Ferri e Dentamaro - si legge negli atti - hanno avuto rispetto alle elezioni comunali di Modugno (a sostegno del candidato del Pd, ndr) e le successive elezioni regionali di settembre 2020 (a sostegno di un candidato di Con, ndr)».
«La circostanza - annota la Digos - di per sé riconducibile a legittime strategie politico-elettorali, dimostra comunque l’interesse degli indagati a “controllare” anche le elezioni amministrative di Modugno le quali, per inciso, hanno visto prevalere» il candidato sindaco di una diversa coalizione.
Sulle Regionali, poi, Canonico e Dentamaro si sarebbero lasciati andare anche a commenti sull’andamento della campagna elettorale, a pochi giorni dal voto. «Fitto a quanto sta?» chiede Canonico, informandosi sul candidato presidente del centrodestra, Raffaele Fitto (attuale ministro per gli Affari europei, sconfitto da Michele Emiliano alle Regionali del 2020). «Con la borsa del ghiaccio» gli risponde Dentamaro.