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Peppe Quintale a Bari: «La televisione delle Iene non è più la stessa, meglio tornare al teatro»

 
Nicola Morisco

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Nicola Morisco

Peppe Quintale a Bari: «La televisione delle Iene non è più la stessa, meglio tornare al teatro»

Stasera al Forma per la commedia corrosiva «Sto invecchiando malissimo!»

Venerdì 31 Marzo 2023, 11:29

11:30

Torna sul palco a Bari con una prima assoluta e la solita carica di comicità, irriverenza e sincerità assoluta: Peppe Quintale, tra i volti televisivi più noti in Italia, stasera, alle 21.15, sarà al teatro Forma con Sto invecchiando malissimo!, una esilarante e corrosiva stand-up comedy scritta in collaborazione con Demo Mura (suono e luci di Gianpiero Renna).

L’attore, conduttore e comico napoletano nasce animatore nei villaggi ed è diventato poi un volto storico di programmi televisivi come Le iene o il Maurizio Costanzo Show. Da poco ha appena terminato con successo la partecipazione all’ultima edizione televisiva di The Voice Senior, su Raiuno, condotto da Antonella Clerici.

«È stata una bellissima esperienza - spiega Peppe -, anche perché nella mia vita ho cantato spesso, ho avuto una band per tanti anni, mi è sempre piaciuto farlo. E canticchio anche durante lo spettacolo».

Ma invecchiare fa bene o male?

«Parliamoci chiaro, nella vita se non sei Elon Musk o il cane miliardario Gunther non puoi sempre rispondere come vorresti: spesso sei costretto a buttar giù litri di bario dal colore scuro. Una cosa però improvvisamente ti corre in aiuto e ti libera: invecchiare. Anche se non sono d’accordo con chi dice che invecchiare sia bello. All’improvviso i filtri, la diplomazia, il finto buonismo scompaiono, come l’amico quando hai bisogno di un prestito. Anche nei miei spettacoli precedenti ho sempre parlato di cose vissute da me in prima persona. Che poi sono riconosciute dai più. Quello che voglio evidenziare è semplicemente il cambio di visione da quando hai una certa età in poi».

Nella stand-up comedy lei sembra totalmente a suo agio. Quanto l’ha aiutata il suo percorso giovanile da animatore?

«Moltissimo. Tra l’altro è stata una gavetta fatta in anni meravigliosi, che definirei d’oro. Siamo venuti fuori in tanti da quel mondo, penso anche a Fiorello o Massimo Ghini. Poi ho “scoperto” e lavorato insieme a gente come Angelo Pintus, Max Vitale, Teo Mammuccari, Dario Bandiera. A Roma ho fondato e gestito per anni un locale molto famoso come il Tinapika, era il tempio del cabaret romano».

Al di là di quest’ultima parentesi di «The Voice Senior», non le manca un po’ la televisione che le ha dato tanta popolarità?

«Ero rientato alle Iene da settembre a dicembre, e ho fatto un paio di servizi. Ma il programma non è più quello che ho lasciato qualche anno fa. E ho preferito non proseguire. Ho voluto cimentarmi poi con The Voice Senior perché intendevo dimostrare che spesso si è vittime di troppi luoghi comuni. In Italia se si sanno fare tante cose è un limite per un artista, non è un vantaggio. Mi sono sentito dire migliaia di volte ai provini: o presenti, o fai la stand-up comedy; o fai l’attore o fai il cantante; o fai il presentatore o fai la fiction; o fai cinema o fai tv. Quasi come se l’essere un artista a 360 gradi sia un problema. Ma a un certo punto ho capito che forse bisogna cambiare i gradi per andare avanti in questo ambiente».

Tra i tanti volti artistici, in quale si sente più a suo agio?

«Teatro e stand-up comedy sono certamente le cose più belle. In televisione spesso si deve sottostare a delle regole, che però non sono mai chiare. È un altro dei motivi per cui da anni ho abbandonato questo lavoro nel piccolo schermo».

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