PUTIGNANO (Bari) - A 11 anni in coma etilico, in una domenica pomeriggio tra amici in un appartamento dove la giovanissima comitiva si era riunita per ascoltare musica e passare del tempo insieme. Si è sfiorata la tragedia qualche giorno fa a Putignano, dove una ragazzina ha rischiato la vita per aver bevuto troppo. Oggi sta meglio, anche se è ancora ricoverata in ospedale, ma l’episodio avrà inevitabili conseguenze su chi ha venduto alcolici a lei e ai suoi amici, tutti minorenni, nonostante la legge lo vieti espressamente.
LA VICENDA - L’episodio risale al pomeriggio di domenica 8 gennaio. Il gruppetto di adolescenti, tutti di età compresa tra gli 11 e i 16 anni, si era dato appuntamento in un appartamento di proprietà dei genitori di uno di loro, messo a disposizione dei ragazzi forse proprio perché i genitori potessero stare tranquilli sul luogo dove i loro figli trascorrevano il tempo fuori casa. Una abitudine consueta nei paesi, dove spesso i giovani si riuniscono in locali per stare insieme, giocare, ascoltare musica e chiacchierare. In quell’appartamento, domenica, c’erano però anche alcolici. Anzi, super alcolici come rum e vodka, bevuti evidentemente in notevole quantità misti a con coca cola e aranciata.
Una 11enne avrebbe bevuto troppo, tanto da svenire, sotto gli occhi spaventati degli amici. Alcuni hanno lasciato l’appartamento, impauriti. È rimasta a vegliare sull’amica priva di sensi un’amica 13enne, la quale ha chiamato il 118. Quando gli operatori sanitari sono arrivati sul posto, hanno rianimato la adolescente con non poca difficoltà, per poi trasportarla d’urgenza all’ospedale cittadino di Santa Maria degli Angeli. Tra i soccorritori, quasi tutte donne, anche mamme di adolescenti (non tra coloro che avevano partecipato a quella festicciola improvvisata a base di alcol), che sono rimaste particolarmente colpite dalla vicenda. Dall’ospedale di Putignano, dove è stata stabilizzata, l’11enne è stata poi trasferita all’ospedale della Murgia, ad Altamura, dove è tuttora ricoverata. Non rischia la vita, si è ripresa, ma sono ancora in corso gli accertamenti clinici per capire eventuali conseguenze sul fegato a causa del troppo alcol assunto.
LE INDAGINI - Sulla vicenda indagano i carabinieri della stazione di Putignano, arrivati su posto su segnalazione del 118 quando erano ancora in corso le manovre rianimatorie. Hanno immediatamente raccolto la testimonianza della amica 13enne, la quale ha riferito che avevano comprato le bottiglie di alcolici da un supermercato della città. I militari sono andati al negozio e hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza, riuscendo ad individuare il momento esatto dell’acquisto. Nei video si vede un gruppo di ragazzini alla cassa con bottiglie. Sono in corso verifiche per identificare tutti i ragazzi presenti al fine di accertarne l’età. La legge, infatti, vieta la somministrazione di alcoli ai minori di 18 anni e, in caso di under 16, la condotta ha rilevanza penale.
L’episodio è stato subito segnalato alla Procura per i Minorenni di Bari, che ha aperto un fascicolo. Toccherà invece alla Procura ordinaria, quando saranno conclude le indagini dei carabinieri, perseguire eventualmente chi ha venduto quelle bottiglie, cioè il cassiere. Potrebbe non essere esente da sanzioni anche il direttore del supermercato, perché è stato già accertato che non era esposto il cartello, obbligatorio, che informa del divieto di vendita di alcolici ai minorenni.
IL FENOMENO E I CONTROLLI - A seguito di questa vicenda, che operatori sanitari e forze dell’ordine non considerano isolata, sono stati disposti appositi controlli dei carabinieri in supermercati e ipermercati per verificare la presenza del cartello informativo, da esporre obbligatoriamente, e per prevenire la vendita di alcolici ai ragazzini. Ulteriori controlli in città riguarderanno i luoghi di ritrovo dei giovani. Anche perché, riferiscono gli addetti ai lavori, non sono rari, soprattutto nei fine settimana, gli accessi dei ragazzini ai pronto soccorso per malori dovuto all’eccesso di alcol.
L'ALLARME DEL PROCURATORE: «FENOMENO IN CRESCITA»
«L’età di accesso all’alcol e alle droga da parte dei preadolescenti si abbassa sempre di più ed è un fenomeno preoccupante che richiede attenzione, monitoraggio continuo e interventi di prevenzione». È in estrema sintesi l’analisi che da il procuratore per i Minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore, interpellato sul caso della 11enne di Putignano finita in coma etilico. Con il procuratore minorile abbiamo provato a fotografare il fenomeno, immaginando cause e soluzioni.
Come interviene la Procura per i Minorenni in questi casi?
«Aprendo un fascicolo di affari civili, che prevede un’indagine sociale per verificare la situazione socio esistenziale della ragazza. Si tratta di un’indagine approfondita nella quale per un verso si verifica la presenza di genitori attenti o disattenti, capaci cioè di educare o meno e si verificano anche le condizioni della ragazza, la sua vita di relazione. Quindi valutiamo se vi sono supporti educativi da richiedere in sostegno dei genitori o interventi da effettuare sulla persona».
Come si svolge l’indagine?
«Prendiamo contatti con insegnanti, medici di base, responsabili centri di aggregazione, per capire come ha vissuto il minore, se si è trattato di un episodio occasionale o se è necessario un intervento. L’indagine viene portata avanti con il pronto intervento minorile su Bari e con il servizio sociale del territorio nei vari comuni, sempre in collaborazione con il nostro servizio di interventi civili. Se non emerge nulla, si archivia, altrimenti il pm propone un ricorso ai sensi dell’articolo del codice civile sulla potestà genitoriale».
Nella sua esperienza, si tratta di un fenomeno in crescita?
«Purtroppo sì, i ragazzi bevono con sempre maggiore frequenza e a mio parere si è abbassata ulteriormente la soglia di accesso all’alcol e alle sostanze stupefacenti per bambini e preadolescenti. Ci sono diversi casi di ragazzi che sempre più precocemente si accostano alle sostanze stupefacenti e all’alcol, anche dai dieci anni».
Le indagini fatte fino ad ora hanno dato risposte a questo fenomeno? Quali sono le cause?
«Le cause sono molteplici, una particolare influenza la esercita il gruppo dei pari, se si frequentano ragazzi più grandi si possono innescare effetti imitativi. E poi la mancanza adeguata di formazione sugli effetti dannosi di alcol e droghe che sui più giovani sono molto più pesanti che sugli adulti».
C’è quindi un problema educativo?
«Sicuramente. Serve una formazione adeguata da dare ai ragazzi sulle conseguenze di un abuso di alcol e droghe».
I protagonisti di queste iniziative dovrebbero essere famiglie e scuola.
«Sicuramente. Noi con la scuola lavoriamo molto e anche le forze dell’ordine vanno spesso a parlare nelle scuole, si cerca di dare quante più informazioni possibili».
L’abuso di alcol e droga porta i ragazzi a rendersi protagonisti anche di altre condotte negative?
«Ci sono i cosiddetti reati trasversali, perché molto spesso per procurarsi denaro necessario soprattutto per acquistare droga, i ragazzi se non hanno mezzi propri e se “bruciano” le loro paghette, tentano di commettere piccoli furti o altri reati».
Quanto è importante tenere alta l’attenzione su questi temi?
«È importantissimo, il fenomeno va monitorato costantemente. Ma nessuno ha la bacchetta magica, perché si tratta di fenomeni radicati anche nell’ambiente famigliare, nell’ambiente che frequentano i minori. Bisognerebbe incidere seriamente sulla cultura delle persone che sono vicine al minore e che spesso sottovalutano certi comportamenti. Serve controllo e formazione sia dei bambini e degli adolescenti sia degli esercenti la responsabilità genitoriale. Dovrebbe esserci un organismo interistituzionale ad hoc e abbiamo già in gestazione alcune idee».